Non si tratta di accenti o parole pronunciate dai singoli relatori, ciò che lamento è che in realtà emergeva chiaramente la volontà dei promotori di rimuovere il senso stesso della celebrazione.
Basti dire che non vi è stato da parte di nessun relatore nessun accenno al nazifascismo (in 45 minuti di interventi non è stata neppure pronunciata questa parola!) e che l’unico inno suonato è stato quello della “Leggenda del Piave” del 1918.
Ma l’omaggio riservato, nel suo intervento, dal Prefetto “ai caduti in buona fede dell’altra parte”, tra i quali gli stessi artefici dell’eccidio ricordato in quel luogo, costituisce a mio modestissimo parere una vera e propria profanazione della memoria dei nostri eroi che lì hanno sacrificato la vita per la libertà dall’oppressione nazifascista e per la democrazia.
La pietà ed il rispetto dei morti è sempre dovuto. Ma per fare a loro omaggio è riservato il 2 novembre, non certo il 25 aprile».
I giovani comunisti ascolani si associano alla critica:
«Come da tradizione, si è svolta a Colle San Marco la celebrazione del 25 aprile. I Giovani comunisti della federazione di Ascoli Piceno, nel ricordo dell’eroica Resistenza partigiana, hanno partecipato con una nutrita delegazione alle celebrazioni ufficiali presso il Sacrario di San Marco.
Tuttavia, non possiamo non esprimere profonda amarezza e ferma indignazione per il fatto che tutti gli interventi delle autorità istituzionali, compresi quelle del Presidente della Provincia Celani e del Sindaco Castelli, abbiano parlato di Liberazione senza mai accennare alla dittatura dai cui siamo stato affrancati: il nazi-fascismo. Vorremmo sperare che sia stata una svista, ma il timore è che si sia trattato di una voluta rimozione. Un’omissione dannosa proprio per il messaggio vago e inconsistente che si lancia ai più giovani.
Inoltre, è inquietante che il Prefetto abbia ritenuto di dover rendere omaggio ai caduti che combatterono contro i partigiani e le forze alleate. Se avessero vinto coloro che appoggiavano le dittature nazi-fasciste, qual sarebbe stato il destino della libertà e della democrazia in Italia e in Europa?
Noi continuiamo, dal canto nostro, a rispettare la Costituzione e a chiamarci antifascisti».
Il Coordinamento Provinciale dei Giovani Comunisti - Rifondazione