Il Servizio Commercio ha cosi' inviato una lettera a tutte le amministrazioni comunali richiamando il Testo Unico del settore, ''condiviso e concertato con tutte le parti sociali''.
E le organizzazioni sindacali di categoria Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil manifestanio la propria contrarietà alla deroga all’apertura degli esercizi di commercio nella data del 25 aprile 2010, operata dal comune di Ascoli Piceno con ordinanza, e la paventata deroga anche nella giornata del 1 maggio 2010.
«Ribadiamo ancora una volta l’importanza – dicono i sindacati - che queste due date hanno per la storia e la memoria del nostro paese, e ci sconcerta che quello che dovrebbe essere patrimonio storico di tutti, diventa ancora una volta motivo di contesa e di interessi particolari.
Un paese che ritenga indispensabile per uscire dalla crisi lavorare anche il 25 aprile ed il 1 maggio è un paese alla frutta, che non ha futuro, è un paese che raschia il barile! Denunciamo che il tutto è fatto in palese violazione dell’art 55 comma 4 del legge regionale n. 27 del 10 novembre 2009 (Testo Unico in materia di commercio) che vieta in modo assoluto qualsiasi deroga alle aperture nei giorni 1 maggio, 25 aprile, 25 dicembre, 26 dicembre e pasqua.
L’art. 142 del contratto nazionale di lavoro di settore prevede che non ci sia nessuna riduzione o trattenuta sulla retribuzione di fatto ai lavoratori in conseguenza della mancata prestazione di lavoro nei giorni del 25 aprile e 1 maggio e invitano tutti i lavoratori alla fruizione delle festività sopra richiamate non offrendo in tali giorni la prestazione lavorativa. Appoggiano l’iniziativa di denuncia della giunta regionale delle Marche - ufficio commercio e tutela dei consumatori che, con nota 0252054 del 23/04/2010, invita i comuni al rispetto della normativa regionale».