«L'anniversario della Liberazione dal nazifascismo – dicono gli organizzatori - è occasione per liberare anche l'acqua dal mercato e dal profitto. Diventa anche tu una staffetta del bene comune, firma e fai firmare».
I tre referendum, depositati presso la Corte di Cassazione di Roma mercoledì 31 marzo 2010, proposti sono volti all’abrogazione di tutte le norme che in questi anni hanno spinto verso la privatizzazione dell’acqua.
Primo quesito:
«Volete voi che sia abrogato l’art. 23 bis (Servizi pubblici locali di rilevanza economica) del decreto legge 25 giugno 2008 n. 112 “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” convertito, con modificazioni, in legge 6 agosto 2008, n. 133, come modificato dall’art. 30, comma 26 della legge 23 luglio 2009, n. 99 recante “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” e dall’art. 15 del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante “Disposizioni urgenti per l’attuazione di obblighi comunitari e per l’esecuzione di sentenze della corte di giustizia della Comunità europee” convertito, con modificazioni, in legge 20 novembre 2009, n. 166?»