L'esposizione umana al piombo può avvenire per via alimentare, con l'acqua, l'aria, il terreno e la polvere. Il cibo è la principale fonte di esposizione al piombo che si accumula nell'organismo umano. Il piombo è un contaminante ambientale che si trova in natura e, in misura maggiore, proveniente da attività antropiche (estrazione e successive lavorazioni). Anche se in circa i due terzi dei campioni il piombo è stato al di sotto del limite di rilevazione, e quindi a basso rischio per gli adulti soggetti "solo" ad un aumento della pressione, la preoccupazione maggiore riguarda gli effetti sullo sviluppo neurologico dei feti, dei neonati e dei bambini, che ha portato a una riduzione del quoziente di intelligenza (IQ), con diminuzione delle funzioni cognitive fino sette anni di età. Ci sono prove che questo porta, successivamente, ad una riduzione del volume della materia grigia cerebrale negli adulti.
L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha classificato il piombo inorganico come probabilmente cancerogeno per l'uomo.
Ci sono tutte le condizioni affinché la Commissione europea modifichi le linee guida esistenti per la tutela della salute pubblica, rivedendo gli attuali livelli di esposizione al piombo, sia dagli alimenti che da altre fonti.
In questo senso l'Aduc sollecita i ministri alla Salute, Ferruccio Fazio, e alle Politiche Europee, Andrea Ronchi, affinché si facciano portatori di queste istanze in sede comunitaria.