«Luigi era un pedalatore, un infaticabile “combattente” in bicicletta - commentano Massimo Martelli e Mario Bedini, Associazione “Città sommerse” - I suoi nemici non erano tuttavia i mulini a vento, per quanto la sua figura ispirasse a volte quella di Don Chisciotte: Luigi lottava per il diritto concreto e inalienabile all’ambiente e alla salute, si batteva per la tutela di una dimensione ecologica che riguarda interamente le nostre vite.
Ci ha insegnato che il rispetto e la passione per il bene comune non sono imperativi morali, spesso di comodo, bensì fatti concreti, condizioni essenziali di dignità.
Adesso che il pedalatore non c’è più sarà nostro dovere difendere i nostri parchi e i nostri alberi, sarà nostro compito trasmettere questa passione ai nostri figli. Starà a noi adesso montare in bicicletta».