Novico, arrestati i vertici della società

Novico, arrestati i vertici della società

In manette sono finiti Antonio Luigi Montagna, Giancarlo Bernardi e Rosaria De Felice

L'arrivo degli arrestati presso il Comando provinciale delle Fiamme gialle.

Novico Srl, dai 14 milioni di fatturato del 2007 alla situazione fallimentare di oggi e al dramma di circa 80 famiglie alle prese con la cassintegrazione.
Oggi con l'operazione “Profondo Rosso” della Guardia di finanza di Ascoli possono tornare a guardare con speranza il futuro.
E' stata fatta un'azione di trasparenza che supera i confini giudiziari e penali. «La bancarotta fraudolenta – dice il procuratore della Repubblica Michele Renzo – è un reato grave in sé, con conseguenze sociali gravissime e noi non chiudiamo e non chiuderemo gli occhi.
Con questi comportamenti si mina la buona fede che è fondamento della convivenza. Si mina la sicurezza del posto di lavoro, della capacità di entrare in possesso dei propri crediti. Si insinua paura, incertezza e sfiducia nella comunità e noi dobbiamo essere vigili».
Purtroppo il trend, secondo la Procura ascolana, è in crescita visto che ci sono altre indagini in corso per fatti diversi. Oggi la Guardia di finanza ha dato esecuzione dopo mesi di indagini ad un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Carlo Calvaresi su richiesta del pm Carmine Pirozzoli. Sono finiti in carcere due uomini e una donna: Antonio Luigi Montagna, 54enne di Lecce, amministratore “di fatto”, dal 1° ottobre 2008, della “Novico S.r.l.” e della “Ico Medical S.r.l.” (già “Novico Medical Trading S.r.l.”), con l'accusa di “Bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale”, Giancarlo Bernardi - 53enne commercialista di Rimini - amministratore “di fatto”, dal 1° ottobre 2008, della “Novico S.r.l.” e della “Ico Medical S.r.l.” (già “Novico Medical Trading S.r.l.”), con l'accusa di “Bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale”, e Rosaria De Felice – 59enne di Foggia - amministratore “di diritto”, dal 1° ottobre 2008, della “Novico S.r.l.” e della “Ico Medical S.r.l.” (già “Novico Medical Trading S.r.l.”), anche lei con l'accusa di “Bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale”.
Gli uomini sono rinchiusi nel carcere di Marino del Tronto, la donna in quello teramano di Castrogno. Di fatto, secondo la Procura, gli arrestati hanno svuotato la società con diverse azioni e un giro vizioso tra S. Marino e la Svizzera, svendendo 16 marchi, tra questi quelli storici come “Ico”, “Icopiuma” e “Icogamma”, che, da un valore di 2 milioni di euro, sono stati ceduti a 40 mila euro. Marchi che vantavano grande credibilità nel sistema sanitario nazionale e all'estero con prodotti (siringhe monouso di tutte le taglie) di eccellenza e garantiti da certificazioni che successivamente sono state depauperate, cosi come la qualità dei prodotti stessi che, mentre si dichiarava che erano realizzati ad Ascoli Piceno, venivano invece prodotti in Tunisia, per la massima parte, e in Romania.
Le indagini hanno toccato diverse città italiane (Foggia, Rimini, Lecce ed Ascoli) con 70 unità delle fiamme gialle a lavoro presso diversi istituti di credito alla scoperta di danaro su vari conti correnti, forzando anche cassette di sicurezza.
Al momento è stato sequestrato, tra beni e danaro, circa 1 milione di euro, compresa un'autovettura Alfa Romeo. Questo intervento ha di nuovo assicurato alla curatela fallimentare, cioè al tribunale, la possibilità del recupero dei marchi, così la Novico potrà tornare sul mercato grazie all'azione dei curatori fallimentari, visto che già in passato c'erano state intenzioni di acquisto della società, ma non avevano avuto successo visti i comportamenti degli arrestati che in soli 27 giorni di gestione, secondo gli inquirenti, erano riusciti a svuotare l'azienda.
Si profila quindi la possibilità di un iniziale affitto d'azienda e in seguito l'acquisto della stessa. Si spera che la condizione sia che la produzione, quindi la fabbrica resti ad Ascoli e che i lavoratori in cassintegrazione tornino così a lavoro.
Le indagini, dicono il comandante provinciale Giuseppe Montanaro e il tenente colonnello Raffaele De Chiara, non sono ancora concluse ed è possibile che ci siano ulteriori sviluppi.