Il presidente Paolo Nigrotti e il direttore Enrico Calcinaro fanno un monitoraggio attento anche delle legislazione europea che non prevede alcuna imposizione di affidare al privato la gestione dell'acqua.
Così, in attesa di un regolamento attuativo della legge che ancora non c'è e dell'esito del referendum costituzionale proposto da alcune forze politiche e dal forum dei movimenti, la Ciip Spa rafforza i suoi contenuti organizzativi e tecnologici per un miglior servizio alla comunità.
Perché, come dice il sindaco Guido Castelli nel corso del convegno “Metodologie e Data Management nella gestione territoriale delle reti tecnologiche”, ora l'acqua è gestita dal pubblico e il servizio deve esser fatto al meglio ed il meglio sarebbe che l'acqua resti pubblica.
E per il presidente della Provincia Piero Celani la Ciip Spa rappresenta oggi il soggetto pubblico che ha salvaguardato il know how che nasce con l'acquedotto degli anni cinquanta investendo in innovazione tecnologica con il sistema “Gis”.
Un software che fotografa, controlla, gestisce e implementa la rete idrica, quella fognante e della depurazione trasferendo i vecchi linguaggi della cartografia, del disegno, alla tempestività di intervento dato dall'informatica e da internet, consentendo anche di diminuire le perdite d'acqua (nel caso piceno è tra le più basse d'Italia).
Si tratta di una serie di banche dati in possesso della Ciip Spa che l'ente gestore metterà in condivisione con quelle degli enti locali, Provincia e Comune, per rendere il territorio più competitivo.
Sul fronte del rinnovo dell'acquedotto si può contare su rifinanziamento a livello regionale di fondi Bei che in precedenza ammontavano a 60 milioni di euro. Considerando che la necessità finanziaria per l'ammodernamento della rete era di circa 150 milioni, si dovrebbe raggiungere l'obiettivo prefissato.