"Dietro gli ingiusti attacchi al Papa ci sono visioni della famiglia e della vita contrarie al Vangelo", ha detto il cardinale decano in un'intervista all'Osservatore Romano, a proposito delle critiche al Pontefice e alla Chiesa per la gestione dei casi di preti pedofili.
"È ormai un contrasto culturale: il Papa incarna verità morali che non sono accettate e così le mancanze e gli errori di sacerdoti sono usate come armi contro la Chiesa", ha aggiunto Sodano parlando al quotidiano della Santa Sede.
"Ora contro la Chiesa viene brandita l'accusa della pedofilia. Prima ci sono state le battaglie del modernismo contro Pio X, poi l'offensiva contro Pio XII per il suo comportamento durante l'ultimo conflitto mondiale e infine quella contro Paolo VI per l'Humanae vitae".
Alcuni media hanno accusato il Papa di negligenza nella gestione di casi di abusi su minori quando era cardinale.
Scosso dalla crisi, il Vaticano ha accusato i media di tentare "ignobilmente" di macchiare a tutti i costi il leader della Chiesa cattolica.
Il Vaticano ha negato di aver coperto i casi, aggiungendo che la colpa di individui che hanno commesso dei reati, per quanto odiosi, non può ricadere sul Pontefice o sull'intera Chiesa. In occasione della Messa pasquale in piazza San Pietro, il cardinale Sodano ha definito "chiacchiericcio" le polemiche sui recenti scandali di sacerdoti accusati di abusi sessuali su minori.
Un intervento che ha scosso le vittime provocando ulteriori critiche. Più tardi, nella benedizione "Urbi et Orbi", Benedetto XVI ha toccato una serie di problemi internazionali ma non la questione degli abusi.
Nell'omelia per la celebrazione del Venerdì santo in Vaticano, padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa pontificia, ha letto alla presenza del Pontefice una lettera in cui un suo amico ebreo paragona gli attacchi al Papa all'antisemitismo.
Successivamente padre Cantalamessa si è scusato per l'accostamento, che ha urtato profondamente le comunità ebraiche e che il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha definito "osceno" e offensivo sia per le vittime dell'Olocausto che per le vittime degli abusi.