Ru486, si vuol tornare al reato contro la stirpe?

Ru486, si vuol tornare al reato contro la stirpe?

L'obiettivo vero è l'abrogazione del diritto ad abortire

Logica vorrebbe che in una società e in uno Stato non confessionale la legge dovrebbe consentire ad ognuno di rispettare il proprio pensiero senza imporlo ad altri. Ma questa logica non appartiene al nostro sistema politico, a partire dall'art.7 della Costituzione che privilegia costituzionalmente il rapporto con la Chiesa vaticana. E' così e ne prendiamo atto.
Sulla Ru486 se ne stanno sentendo di tutti i colori, con in testa i “novelli ginecologi” che guidano le Regioni Piemonte e Veneto e che sembra intendano amministrare una questione sanitaria a mo' di questione politica. E che l'obiettivo sia l'aborto in sé e non il metodo farmacologico per provocarlo, è palese: chi si opporrebbe, con argomentazioni logiche e umane, ad interventi sanitari meno invasivi, meno dolorosi? Nessuno.
Ma nel nostro caso i “nessuno” si stanno inventando l'ininventabile pur di non dire che il loro obiettivo è l'abrogazione del diritto ad abortire. Una domanda è dovuta in questo gioco al massacro di istituzioni, logica e buon senso: prima dell'approvazione dell'attuale legge sull'aborto (la 194/78) le interruzioni di gravidanza venivano punite dal codice penale come delitto contro la stirpe. Si vuole tornare a questo?

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