Castelli: Paolo Sorrentino offende Ascoli

Castelli: Paolo Sorrentino offende Ascoli

Nel libro «Hanno ragione tutti» alcune pagine 'dedicate' al capoluogo piceno

Scorrendo alcune pagine si leggono riferimenti alla nostra piazza, anzi piazzetta” così scrive, definita “precipizio vorticoso di inutilità”: un insulto che l'autore rivolge più a se stesso , carente, forse troppo, delle nozioni e conoscenze storiche necessarie, che a noi. Nel suo libro parla, senza mai aver messo piede ad Ascoli, di una “cittadinanza tutta bella schierata,  agghindata in vetrina per farsi vedere”; di “bambini...brutti, ma proprio brutti e duri di comprendonio”; di “donne marchigiane...meno appariscenti delle venete, ma più anonime e intriganti” che “non hanno storia”. Passi la fantasia dell'artista napoletano, ma qual è il contenuto delle sue espressioni frutto di un'evidente creatività esasperata? Ma lui di storia ne ha? Ascoli, nel caso, avrebbe da vendergliene. L'unica “scusante” sta nel personaggio che Sorrentino sceglie per il suo esordio letterario e nelle sue abitudini: Tony Pagoda è un cantante campano cocainomane. E la droga si sa produce affetti allucinogeni, visioni distorte della realtà, alterando qualsiasi percezione.
La cosa più “ironica” è che il caro Paolo Sorrentino, non ha mai visitato la nostra città così come ha dichiarato, qualche giorno fa, ospite da Fabio Fazio per presentare questo suo “capolavoro”.  Avrebbe scelto Ascoli come prototipo della città provinciale. Comprensibile da parte di chi,  cittadino del mondo come lui, si trasforma in visionario, vende libri fatti di immaginazione e attribuisce nomi veri a realtà che neanche conosce. Il sottoscritto, rientrando tra quei “sindaci di quart'ordine che ti accolgono con la bava alla bocca” (parole che l'autore usa per descrivere gli amministratori dell'Italia centrale), invita ufficialmente Sorrentino, oltre che a vivere meno di immaginazione, a visitare la nostra città dove occorre essere all'altezza e avere le opportune conoscenze per avvicinarsi alla storia che vive in ogni angolo, via o “piazzetta”».