23 marzo 1944, Via Rasella. Per non dimenticare

23 marzo 1944, Via Rasella. Per non dimenticare

Gli avvenimenti che portarono all'eccidio di 335 vittime innocenti presso le fosse Ardeatine

L’attacco contro un reparto di polizia SS tedesca avvenne in via Rasella, a pochi passi da via del Corso e fu condotto dai partigiani dei GAP gruppi di azione patriottica. A seguito di questo attacco il 24 marzo avvenne per rappresaglia l’eccidio di 335 vittime innocenti presso le fosse Ardeatine. Questo episodio rappresenta uno dei momenti più drammatici e sanguinosi dei nove mesi di occupazione tedesca  di Roma.
Per comprendere la vicenda occorre ricordare gli avvenimenti storici che portarono a questo eccidio. All’indomani della caduta del regime fascista,25 luglio del 1943 il governo Badoglio aveva dichiarato Roma “città aperta”.Gli alleati avevano però chiarito che trattandosi di una dichiarazione unilaterale del governo italiano per loro non aveva alcun valore ed avevano continuato i bombardamenti sulla capitale.Tragico fu quello del 13 agosto del 1943 a San Lorenzo che causò oltre 2000 morti. Migliaia i feriti e quelli che rimasero senza casa e senza lavoro mentre la fame si diffondeva. Dopo l’8 settembre del 1943 con l’armistizio di Cassibile, la fuga del re Vittorio Emanuele III e Badoglio, la città si trovò in completa balìa dei tedeschi. Dopo il 23 settembre 1943 nominalmente la capitale era passata sotto la repubblica Sociale Italiana,ma l’effettivo controllo era ancora delle autorità militari tedesche. Fin dall’armistizio si erano creati in città gruppi antifascisti armati. Dopo lo sbarco di truppe alleate avvenuto ad Anzio il 22 gennaio del 1944 l’intera provincia di Roma venne dichiarata dal generale tedesco von Mackensen  “zona di operazioni”  nominò a capo della Gestapo di Roma l’ufficiale delle SS Herbert Kappler già noto per aver compiuto la razzia del ghetto ebraico e la successiva deportazione .Kappler iniziò una campagna di repressione con rastrellamenti,arresti ed organizzando in via Tasso un centro di “detenzione e tortura”. Fu in questo clima che il Partito Comunista che aveva una propria struttura militare clandestina, decise di reagire con le armi alla spirale di violenza scatenata da Kappler .La data dell’operazione fu pianificata per il 23 marzo del 1944 significativa in quanto ricorreva il 25^ anniversario dei Fasci Italiani di Combattimento. Si decise di condurre l’attacco in via Rasella, in questa via transitavano, quotidianamente,soldati di un battaglione dell’SS Polizei Regiment Bozen composto da 156 uomini tra ufficiali, sottufficiali  e soldati altoatesini e sudtirolesi. Il compito di far brillare l’esplosivo contenuto in un carretto della spazzatura fu affidato al partigiano Rosario Bentivegna, il quale travestito da spazzino alle 15,50, al passaggio della compagnia tedesca accese la miccia preparata per far avvenire l’esplosione dopo 50 secondi, tempo necessario per la fuga del Bentivegna. Dopo l’esplosione squadre dei GAP lanciarono bombe a mano  e fecero fuoco sui sopravvissuti. La rappresaglia di Kappler fu durissima, rastrellati nella notte detenuti anche comuni,ebrei e povera gente che si trovava a passare nei pressi, furono tutti portati il giorno dopo  alle Fosse Ardeatine e trucidati.

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