Per la prima volta infatti, dopo sei anni di proteste e polemiche, abbiamo costretto l’Assessore Travanti a convertirsi al metodo democratico - partecipativo e a convocare una riunione in cui è stato costretto ad invitare Legambiente Ascoli, oltre all’Associazione che ci sta affiancando in questa battaglia, cioè gli Amici della Bicicletta. Per la prima volta l’Assessore ha accettato un confronto con noi, l’unica Associazione che in questi anni ha avuto il coraggio di contrastarlo e di dire le cose come stanno. L’assessore ha sempre ribadito, per delegittimarci, che le nostre sono posizioni isolate; eccolo subito smentito. Ho qui con me le 500 firme di cittadini che si oppongono insieme a noi al taglio dei cipressi che si trovano da tanti anni intorno alla chiesa dei SS. Vincenzo e Anastasio.
Qui ci sono 500 cittadini, caro Assessore, che sono stufi di subire la sua arroganza e i suoi soprusi, di subire le decisioni cadute dall’alto di colui che si arroga il diritto in città di decidere sulla vita e la morte, soprattutto la morte, delle decine e decine di alberi che sono stati tagliati oppure sono stati massacrati con delle potature quantomeno discutibili. Mi rammarico dell’assenza dell’esperto incaricato dal Comune, il Dott. Morelli, perché avremmo voluto chiedergli copia della perizie scritte da lui eseguite in base alle quali si è poi deciso di procedere ai tagli. Ci piacerebbe in particolare leggere le perizie che hanno decretato la morte del cedro che si trovava accanto alla chiesa dell’Icona, una bellissima pianta di quasi settant’anni, perfettamente sana e che non dava fastidio a nessuno. In assenza di queste perizie, ancora una volta dovremo sottolineare l’arbitrio di un Assessore che decide il taglio delle piante sulla base delle sue convinzioni personali, senza averne le competenze.
In merito ai cipressi di Piazza Ventidio Basso, è stato detto da parte di un esponente di Italia Nostra, Guido Biondi, e da parte dell’associazione culturale Ascoli Nostra, che le piante deturpano il monumento.
Permettetemi di dire che sono più di vent’anni che lottiamo contro questa concezione profondamente sbagliata del verde in città, che vede l’albero come un fastidio, un qualcosa che sporca e che va eliminato. Anzitutto non è assolutamente vero, come è stato detto, che le macchie scure presenti sulla parete della chiesa lato-fiume siano dovute alla presenza degli alberi. Per convincersi di ciò, basta appoggiare una mano alla parete per rendersi conto che è perfettamente asciutta. Un'altra argomentazione, altrettanto pretestuosa, è quella secondo la quale le piante pregiudicano la visibilità della chiesa.
Eppure l’Italia è piena di chiese che sono circondate da cipressi, è piena di monumenti bellissimi che sono circondati dalle piante, e che sono bellissimi proprio perché sono circondati dalle piante. In queste località d’Italia, dove si riscontra un grado di civiltà più elevato, nessuno si sognerebbe mai di tagliare le piante che circondano il monumenti. Ma perché dunque questi poveri cipressi devono essere tagliati? Forse per realizzare una squallida rotatoria con al centro la chiesa, oppure per piantare gli orribili prugnoli che piacciono tanto all’Assessore? Ad ogni modo, non ci facciamo illusioni, sappiamo che la volontà politica di tagliare gli alberi è fortissima, ma non ci arrendiamo, continueremo a raccogliere le firme e a protestare fino all’ultimo, cioè fino a quando le motoseghe dell’Assessore Travanti si avvicineranno ai cipressi di Piazza Ventidio Basso per tagliarli. Ma lì probabilmente troveranno i nostri volontari e l’ambientalista Paracciani, le cui opinioni sono state volutamente distorte dall’Assessore a fini puramente strumentali, pronti ad incatenarsi agli alberi e a protestare per impedire questo ennesimo scempio».