Da troppo tempo infatti circola la menzogna che la Turbogas risolverebbe il problema occupazionale della Cartiera. Basterebbe semplicemente leggere tutta la documentazione riguardante il progetto, le analisi tecnico-scientifiche svolte da uffici super partes della Regione per rendersi conto che la realizzazione di questa centrale creerebbe invece una grave pregiudiziale proprio sugli insediamenti industriali.
Ricadendo infatti in un territorio già gravemente compromesso, questa centrale porterebbe l’inquinamento a livelli tali da precludere per il futuro la realizzazione di qualsiasi altra attività. Queste sono le conclusioni cui è pervenuto il Dipartimento di Ancona del Servizio di Epidemiologia Ambientale delle Marche. Quindi è tutto il contrario di quanto qualcuno afferma. E’ proprio la Turbogas che, se realizzata, potrebbe impedire lo sviluppo industriale del territorio.
Ad ogni modo questa centrale, che i suoi promotori definiscono di cogenerazione, non rientra affatto nei parametri richiesti per essere classificata come tale dall’Europa e dall’Italia (direttiva 2004/8 CE), ma anche dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG - delibera 307/07, valida dal 1 gennaio 2008). Anche in presenza della riattivazione della Cartiera, infatti, l’energia termica prodotta verrebbe utilizzata solo in parte; tutto il resto verrebbe immesso in atmosfera, incidendo pesantemente sul microclima di tutto il territorio.
La Turbogas proposta non è in effetti che una centrale volta esclusivamente alla produzione di energia elettrica da immettere direttamente nella rete nazionale e da vendere all’ENEL a caro prezzo. Un affare enorme solo per chi la realizza e un danno ingente per il territorio che la ospita.
Perché per la Cartiera non si è cercato di realizzare una piccola centrale di vera cogenerazione, commisurata alle esigenze di produzione di questo impianto industriale? La Manuli e la Pfizer hanno provveduto in tal senso al loro fabbisogno, sia di energia elettrica che termica.
Infine il sito dove dovrebbe sorgere la Turbogas è completamente inedificabile, a norma di legge, in quanto la zona è al più alto rischio esondazione (classificazione E3).
Sembra credibile che, se non ci fossero state ragioni gravissime, tutte le forze politiche, tutti gli Enti del territorio, sia di Ascoli che del limitrofo Abruzzo, avrebbero respinto all’unanimità la realizzazione di questo impianto? Sembra credibile che la Regione Marche, assetata di energia, abbia dovuto negare l’autorizzazione, se non ci fossero motivazioni gravi e inoppugnabili?
A questo punto risulta evidente quanto sia grave la disinformazione atta a creare false speranze e a depistare l’attenzione dai veri problemi, speculando sulla grave situazione di chi è rimasto senza lavoro».
Archeoclub di Ascoli, Cittadinanzattiva, Italia Nostra, Legambiente