precisazione del primo cittadino Giovanni Gaspari.
«Con riferimento alle iniziative assunte dalla Procura della Repubblica in ordine alla situazione degli spazi commerciali su suolo pubblico di diverse attività operanti nel centro cittadino - dichiara Gaspari -
vanno chiarite le diverse competenze e quindi gli ambiti in cui si muovono l’autorità amministrativa e quella giudiziaria.
Gli accertamenti svolti dalla Polizia municipale su delega della Procura della Repubblica (non quindi come organo del Comune), con il supporto di tecnici comunali, hanno portato ad accertare sia l’esistenza di strutture chiuse anche sui lati, che quindi costituiscono volumetrie, sia l’occupazione di suolo pubblico nella maggior parte dei casi realizzata in assenza di titolo autorizzativo (essendo scadute le precedenti autorizzazioni). I relativi rapporti sono stati consegnati alla Procura e al Comune per i provvedimenti di rispettiva competenza.
Per il primo aspetto, che configura la fattispecie dell’opera edilizia realizzata in assenza di permesso di costruire, la Procura ha avviato le procedure per il sequestro delle opere abusive, procedura interrotta solo dalla volontaria rimozione delle stesse da parte dei proprietari.
Il Comune, dal canto suo, ha da tempo avviato le procedure per sanzionare le occupazioni abusive di suolo pubblico, procedure che richiedono tempi e modalità molto più complesse: si pensi soltanto alla necessità di comunicare l’avvio del procedimento e di attendere le controdeduzioni dell’interessato, per non parlare dei ricorsi al giudice amministrativo con richiesta di sospensiva, cosa tutt’altro che infrequente. Nonostante le inevitabili lungaggini burocratiche, in un caso si era già arrivati alla conclusione con l’accertamento della violazione e l’intimazione della rimozione delle opere abusive come sanzione accessoria, in altri l’azione del Comune era in corso.
Che d’altronde l’azione di controllo e repressione degli abusi sul suolo pubblico sia una costante dell’azione dell’Amministrazione, lo confermano non solo le numerose operazioni svolte dalla Polizia Municipale per sanzionare i trasgressori ma anche, per fare un altro esempio, i controlli effettuati, sia per l’aspetto edilizio – urbanistico sia per quello demaniale, sulla quasi totalità delle concessioni a mare con i provvedimenti di demolizione degli abusi che tutti ricordano.
Resta la necessità di intervenire con una regolamentazione che dia criteri certi e verificabili non solo all’Amministrazione ma anche e soprattutto agli operatori: è quello che si sta facendo con l’inserimento all’ordine del giorno del prossimo Consiglio comunale dell’8 febbraio del regolamento per disciplinare le occupazioni di suolo pubblico.
Ma voglio ricordare in questa sede altre iniziative che abbiamo adottato in questi anni per fissare regole certe per tutti: dalla disciplina degli spazi pubblici sul lungomare, che ha consentito di spostare altrove le bancarelle, anche quelle che sembravano inamovibili, al Piano di spiaggia adottato dal Consiglio comunale che ha come principale criterio ispiratore la necessità di indicare norme chiare e condivise perché tutti sappiano che cosa si può fare e dove. O ancora il regolamento per la gestione delle aree verdi cittadine.
Di prossima realizzazione - conclude il sindaco sambenedettese -
sono invece la regolamentazione merceologica delle attività dei mercatini stagionali, nella direzione di un ritorno alle tipicità locali, e il piano delle antenne per la telefonia mobile che porterà ad un riordino degli impianti esistenti tenendo conto sia delle esigenze di copertura di segnale delle aziende telefoniche sia della domanda di sicurezza che giunge dai cittadini».
Ma Daniele Primavera, consigliere di Rifondazione e presidente della Commissione turismo, commercio, attività produttive attacca: "Mai così tante disparità".
Ecco il testo della lettera di
Primavera: «
Incredibile come l'amministrazione che si presentò come paladina del rispetto delle regole abbia, nei fatti, operato nella direzione opposta. Ne è esempio il piano di spiaggia, ricco di contenuti fortemente discriminatori; come ne è un altro caso esemplare lo stato attuale delle Occupazioni di Suolo Pubblico (OSP) rilasciate alle attività di somministrazione.
Nell’Aprile 2006, ancora prima delle elezioni, questa coalizione e il candidato Gaspari promisero di approvare un regolamento puntuale per evitare le solite discriminazioni tra figli e figliastri: chi ha “santi” in Paradiso può lavorare, gli altri no. La prima bozza presentata dalla maggioranza, e dal sottoscritto portata in Commissione, fu ritirata perché lesiva degli interessi di un piccolo gruppo di esercenti (non più di sei). E gli altri quattrocento? Chi li tutela? A tre anni dai primi proclami non esiste alcun documento sottoposto al Consiglio Comunale né alle commissioni competenti, con la conseguenza che c’è chi gode di centinaia di metri quadri di occupazione e chi non è autorizzato ad appoggiare neppure una sedia; mentre mamme, anziani, disabili sono costretti a un intollerabile slalom anche sui marciapiedi e nelle isole pedonali, spesso non potendo neppure usufruire dei servizi messi a disposizione sul suolo pubblico per mancanza d’accessibilità.
L'unico atto ufficiale attualmente in vigore è una sterile delibera di indirizzo approvata in fretta e furia dalla Giunta e utilizzata come una clava contro gli esercenti ritenuti non allineati; delibera nella sostanza completamente disattesa, dal momento che la città è invasa di occupazioni abusive o comunque di installazioni in chiaro contrasto con gli indirizzi forniti nella delibera stessa.
La cosa assume contorni ancora più inquietanti se si considera l’odiosa penalizzazione cui devono far fronte gli esercenti onesti che, non volendo praticare una condotta furbescamente illegale come nella peggiore tradizione italiana, si vedono di fatto impossibilitati a competere con chi, invece, approfitta del lassismo di questa amministrazione per usurpare il diritto pubblico del godimento degli spazi a proprio vantaggio, e spesso a danno dell’incolumità dei cittadini.
Mai un’amministrazione è stata tanto diseguale e discrezionale nei confronto dei piccoli commercianti, abdicando così al proprio dovere di imparzialità e di garanzia nei confronti di tutti i cittadini. Ci auguriamo che presto le beghe interne al Partito Democratico e i giochi di potere in vista delle Regionali lascino il posto alle risposte che questa città aspetta da troppi anni, e si faccia così un passo in avanti a tutela del lavoro dei piccoli commercianti, fulcro insostituibile dell’economia cittadina, e dell’imprescindibile diritto al godimento degli spazi pubblici, proprio di ogni cittadino».
Sul caso fa sentire la voce anche il consigliere del Pd, Fabio
Urbinati. «Sicuramente la vicenda del sequestro da parte della Magistratura delle strutture esterne di alcuni locali del centro riporta all’ordine del giorno l’annoso problema che riguarda l’occupazione del suolo pubblico nella nostra città -scrive il consigliere Pd - Senza contestare l’operato della Magistratura, che ha deciso di intervenire nei modi e nei tempi che ha ritenuto opportuni, resta il dispiacere per non essere riusciti ad approvare in tempo un “Regolamento per l’occupazione del suolo Pubblico” che l’Amministrazione Comunale ha in gestazione dal 2007.
Sin dall’inizio del nostro mandato, come Consigliere di maggioranza, mi sono occupato di questo provvedimento che era già pronto per essere approvato nella prima metà del 2008.
Ho rilevato che su un argomento così delicato non è facile per nessuno intervenire e regolare la gestione di segmenti della nostra città in luoghi di grande interesse turistico, per di più riqualificati di recente.
Non possiamo però dimenticare che la nostra città vive principalmente di Commercio di Turismo e di piccola impresa, e quindi una Amministrazione ha il dovere di regolare il tutto cercando un giusto equilibrio tra diritti dei cittadini di usufruire dei luoghi Pubblici e diritto degli imprenditori di fare impresa per contribuire allo sviluppo socio/economico della città.
Non si può non notare che in ogni parte d’Italia, e non solo, compresi luoghi di grande attrazione turistica tipo Piazza della Signoria a Firenze o Piazza Navona a Roma, vi è data la possibilità ai locali di occupare porzioni di suolo in virtù di regolamenti simili a quello che porteremo in Consiglio Comunale non oltre la prima metà del mese di Febbraio p.v. Inoltre ritengo significativa l’iniziativa del Comune di Riccione che ha dato di recente la possibilità ad occupare porzioni di suolo addirittura sul nuovo Lungomare recentemente riqualificato, motivando tale scelta come un veicolo “per rendere più vivace e movimentata l'intera area, soprattutto in bassa stagione"
Questo è lo spirito che deve contraddistinguere una città che ha nel proprio DNA la vocazione turistica! Una vocazione che tanto ha contribuito alla crescita di tutto il territorio Piceno, e che contribuisce a mantenere un buon livello occupazionale, soprattutto in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo.
Faccio appello alla mia maggioranza e a tutte le forze politiche - conclude Urbinati - affinchè si trovi la soluzione a questo brutto episodio che sicuramente non ha portato benefici a nessuno».