Lo fa sapere il presidente Gaetano Rinaldi. «Tutto questo - prosegue - onde consentirne la tutela e conservazione anche al fine di preservarne la destinazione a luogo di spettacolo e per il tempo libero, come d'altra parte previsto dal piano di recupero del centro storico di Ascoli, elaborato dal Prof. Bernardo Secchi ed approvato dal Consiglio Comunale di Ascoli.
Il Direttore Regionale dei Beni Culturali delle Marche, condividendo i timori e le preoccupazioni espressi dalla Sezione di Italia Nostra, chiedeva alla Soprintendenza per i Beni Architettonici delle Marche di voler valutare la possibilità di proporre per l'immobile in parola il ridetto vincolo.
Nel rilevare che a tutt'oggi la situazione dell'immobile non presenta alcun segno di miglioramento, assoggettato come è ad una condizione di degrado inimmaginabile, pur trovandosi proprio al centro di Ascoli e che, nel frattempo, pare siano state formulate delle proposte di utilizzazione , che ne determinerebbero la totale trasformazione e il completo annullamento della destinazione per cui era stato costruito ( autorimessa o outlet), la Sezione ha ritenuto di rinnovare le sue richiesta, raccogliendo le firme dei cittadini ascolani con la Petizione Popolare, che si allega alla presente nota.
La speranza è che si voglia evitare per Ascoli quanto accaduto a San Benedetto del Tronto, dove, in maniera improvvida, si è consentito che uno dei pochi luoghi, che rappresentava la memoria storico culturale della città rivierasca, il Cinema Calabresi, venisse completamente distrutto, per realizzare un Residence e delle abitazioni ( probabilmente seconde case ), di cui a San Benedetto non si sentiva assolutamente il bisogno.
Questa operazione ha indubbiamente danneggiato in maniera irrimediabile l'immagine della città delle Palme e determinerà, nel lungo periodo, danni irreparabili per l'attività turistica della città e per la sua qualità della vita.
E' da augurarsi - conclude Rinaldi - che ciò non si ripeta anche ad Ascoli, privando la città di un monumento fondamentale nella configurazione di Piazza Simonetti, splendido esempio di organizzazione spaziale urbana dei primi decenni del 1900».
Ecco il testo della petizione
«Realizzato dall'Arch. Vincenzo Pilotti nel 1915, il Cinema Olimpia rappresenta, nel panorama di Ascoli, un elemento di grande valore sia per il pregio architettonico dell'edificio, sia per la funzione assolta quale luogo d'incontro dei tanti appassionati del fenomeno cinematografico, a partire dal cinema muto sino agli anni '70.
L'edificio ha rappresentato, quindi, un punto qualificante della vita di relazione della comunità ascolana; un luogo fondamentale di partecipazione alle emozioni prodotte dallo scorrere delle immagini sul bianco lenzuolo dello schermo.
Le luci accese sulle locandine di presentazione delle pellicole in programmazione, nell'accendere la fantasia degli spettatori, rappresentavano per la città un momento di partecipata vitalità.
Poi è sopraggiunta la chiusura della sala.
Le luci si sono spente e l'edificio è stato abbandonato al degrado e alla spoliazione.
Rimane ancora integra, peraltro, la composta ed elegante struttura architettonica dell'edificio, inserito, quale elemento fondamentale, nel contesto di Piazza Simonetti, splendido esempio di organizzazione spaziale urbana del primi decenni del 1900.
Il pregio dell'edificio e l'esigenza di conservarne la prevalente funzione per lo spettacolo e per il tempo libero, cui è stato destinato sin dalla sua costruzione, rimangono intatti e sono stati confermati dal Prof. Secchi nell'adottato Piano di Recupero del Centro Storico di Ascoli.
È certo, infatti, che la tutela di un bene monumentale, così come è senza dubbio il Cinema Olimpia, non può limitarsi alla semplice e sterile conservazione delle strutture murarie.
Deve invece estendersi alla conservazione della funzione e dell'uso, cui è stato destinato sin dal momento della sua costruzione.
È per questo che Italia Nostra e i sottoscritti cittadini con questa
PETIZIONE POPOLARE
si rivolgono al Sindaco di Ascoli e alla Soprintendenza per i Beni Architettonici e del Paesaggio delle Marche per sollecitare l'adozione di tutti i provvedimenti che consentano la salvaguardia , conservazione e destinazione d'uso di questo importante luogo della memoria storica, artistica ed architettonica cittadina, evitando che si ripeta quanto accaduto nella vicina città della Riviera delle Palme, dove è stata improvvidamente consentita la distruzione del Cinema Calabresi per realizzare altri appartamenti, di cui non si sentiva sicuramente il bisogno».