/Progetto di Hitler di rapire e assassinare Pio XII
Progetto di Hitler di rapire e assassinare Pio XII
La firma del decreto di beatificazione non vuole essere un atto ostile agli ebrei ed il Vaticano
la sua fede e non la valutazione della portata storica di tutte le sue scelte operative”. La firma del decreto di beatificazione non vuole essere un atto ostile agli ebrei ed il Vaticano si augura che non sia considerato un ostacolo sul cammino del dialogo. Padre Lombardi ha quindi voluto lanciare un segnale distensivo alla comunità in previsione della visita che Benedetto XVI farà alla Sinagoga di Roma domenica 17 gennaio.
“Non vi è nessun motivo di ipotizzare- ha proseguito - una eventuale beatificazione contemporanea di Giovanni Paolo II e di Papa Pacelli,per quest’ultimo ci vorrà più tempo in quanto le due cause di beatificazione seguono iter diversi”.
Padre Lombardi in questa occasione ha anche chiarito che “le scelte di Pio XII sono state compiute con l’intenzione di svolgere al meglio il servizio di grande e drammatica responsabilità.” L’attenzione e la preoccupazione del Papa per la sorte degli ebrei è grandemente testimoniata e riconosciuta dalla stessa comunità.
Meno conosciuto è il fatto che Papa Pacelli era entrato nel mirino dei nazisti. Il Cardinale Domenico Tardini, segretario di Stato dal 1958 e esponente vaticano sin dal 1935, rivela che fu proprio Pio XII a denunciare il pericolo nazista tra il 1940 ed il 1941 e che lo stesso pontefice guardò con favore al complotto ordito contro Hitler dagli ufficiali che intendevano rovesciare il tiranno e concludere la pace con Francia ed Inghilterra. Del piano dettagliato progettato da Adolf Hitler per rapire Pio XII se ne è avuta notizia nel 1972 per bocca di Niki Freytag von Loringhoven figlio dell’ufficiale che mise a punto il disegno criminale.
Dopo l’arresto di Mussolini da parte degli italiani l’intenzione dei nazisti era quella di punire il nostro Paese attentando alla vita del re e del Papa. Negli ultimi giorni di luglio del 1943 vennero inviati in Italia il capo del controspionaggio tedesco e due colonnelli che incontrarono segretamente a Venezia, presso l’Hotel Danieli, il generale Cesare Amè responsabile del controspionaggio italiano per informarlo della decisione del Fuhrer dell’attuazione del piano di rapire ed uccidere Papa Pacelli. Amè,una volta rientrato a Roma,forse volutamente,divulgò la notizia. Il piano così accuratamente preparato saltò completamente. Il Papa da quel momento impartì precise contromisure nella eventualità che i nazisti avessero riproposto il suo rapimento o la sua uccisione,dando disposizione ai cardinali di eleggere il suo successore,prospettando loro anche le sue “dimissioni”. ”Se mi rapiscono – ebbe a dire il Papa –porteranno via il Cardinal Pacelli ma non il Papa.”
Pio XII si è sempre dimostrato profondamente preoccupato per la sorte degli ebrei romani al punto di salvarne oltre diecimila, quando ordinò di accoglierli nei conventi e nelle chiese,che godevano della extraterritorialità, affrontando critiche ed ostacoli della Curia ma anche donando oro per tutelarli, come ne dà notizia il saggista e storiografo Fernando Crociani Baglioni che nel suo recente libro”Labaro e Medagliere” racconta che “il colonnello Herbert Kappler comandante delle SS a Roma richiese il 26 settembre del 1943 agli israeliti romani di consegnare 50 chili d’oro pena la deportazione di 200 persone. Gli ebrei si illudevano che consegnando quest’oro sarebbero sfuggiti alla pena. La comunità ebraica riuscì a mettere insieme e consegnare il riscatto due giorni dopo con il significativo aiuto del Papa”.
“Venti giorni dopo e precisamente sabato 16 ottobre alle 5,30 del mattino – prosegue lo storiografo Crociani Baglioni - 300 SS, provvisti di elenchi con nomi ed indirizzi delle famiglie israelitiche iniziarono il rastrellamento nel Ghetto di Roma ma anche a Trastevere,Testaccio e Monteverde. Uomini, donne,anziani, ammalati,persino neonati,per un totale di 1024 ebrei romani,tra cui 207 bambini furono trasportati con camion alla stazione Tiburtina. Caricati su un convoglio di 18 carri bestiame e il 22 ottobre erano ad Auschwitz. Dei 1024 ebrei catturati ne tornarono solamente 16 tra cui una donna nessuno dei 207 bambini sopravvisse”.
Molti gruppi familiari israeliti scamparono alla retata in quanto trovarono rifugio nelle abitazioni di romani come i due gruppi di ebrei che il nonno di Crociani Baglioni accolse sfidando gravi pericoli e così fecero altre famiglie.
L’estensore di questo articolo ricorda che il proprio genitore, all’epoca funzionario di polizia dell’Ufficio Stranieri della Questura di Roma, riuscì a far rifugiare alcuni ebrei polacchi giunti in Italia,che gli avevano chiesto aiuto, all’interno di conventi.
Concludendo si deve dire a coloro che criticano Pio XII, che egli era al corrente che gli ebrei si nascondevano presso istituzioni della chiesa ed è anche noto che alcuni membri della Curia si siano opposti, abbiano anzi cercato di interferire, mentre alcuni consiglieri del Papa approvarono i cauti sforzi di salvataggio a patto che essi non compromettessero la neutralità della Santa Sede.