e in particolare l'art.2 comma 176, ove si dispone che i Comuni debbano procedere alla soppressione del Difensore civico comunale, intendono rilevare quanto segue.
"La gratuità, l'indipendenza e la neutralità sono da sempre le basi sulle quali si fonda la difesa civica e come tali sono garanzie di fronte ai cittadini. Al contrario la Legge finanziaria 2010 dispone la soppressione del Difensore civico locale perché ritenuto un costo della politica da tagliare. Il Governo pone la questione in termini di fiducia, quindi l’argomento non è oggetto di discussione.
Tale previsione appare in contrasto con la Costituzione, posto che la disciplina della difesa civica è attribuita all’autonomia statutaria degli enti locale. Effettuare questi tagli significa anche andare in direzione opposta a quella di tutti gli altri paesi europei, che hanno un sistema nazionale di difesa civica. In particolare viene sottratto al cittadino uno strumento stragiudiziale per la segnalazione dei comportamenti scorretti o illegittimi e delle omissioni del pubblico dipendente e del responsabile del servizio, questione sulla quale l’attuale Governo ha dimostrato una particolare sensibilità.
La difesa civica è totalmente gratuita e tutela i cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazione. La capacità di instaurare il confronto tra il cittadino e le Istituzioni, e in particolar modo le Autorità comunali, fa sì che detto Istituto sia ormai un punto di riferimento per numerosi utenti che vedono in qualche modo messa in dubbio l'imparzialità e l'efficienza della P.A.
Sotto il profilo economico il difensore civico assicura risparmi all’amministrazione, perché evita spese giudiziarie e riduce il contenzioso del Comune, migliora il servizio offerto e comunque i compensi corrisposti sono inferiori a quelli di norma attribuiti ad un consulente esterno. Il difensore civico tutela le fasce più deboli della cittadinanza, che non hanno possibilità di rivolgersi ad altri interlocutori per far valere le loro ragioni, e quindi indirettamente svolge anche la funzione di ammortizzatore sociale.
Se la disciplina della difesa civica locale deve essere modificata, si auspica che ciò avvenga nel quadro di riforme istituzionali volte ad assicurare una possibilità di tutela non giurisdizionale per tutti i cittadini e la sede naturale di queste riforme è la riforma del testo unico degli enti locali. Si tratta di un’istanza già evidenziata e largamente condivisa a livello nazionale, che il Coordinamento delle Marche, nato per cercare di sopperire agli attuali problemi della difesa civica, non può che ribadire.
Per i motivi come sopra evidenziati, i Difensori civici delle Marche, riuniti in coordinamento, chiedono al Parlamento, al Governo e a tutte le forze politiche, che si apra al più presto un confronto nell'ambito del progetto di nuovo Codice delle Autonomie".