Nucleare, nel 2013 la prima centrale in Italia

Nucleare, nel 2013 la prima centrale in Italia

Scajola: “Priorità alla sicurezza dei siti, alla salute della popolazione e protezione dell’ambiente”

Il Consiglio dei ministri, infatti, ha approvato in via preliminare lo schema di decreto legislativo recante disposizioni per “la localizzazione, la realizzazione e l’esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché le misure compensative e le campagne informative al pubblico".
Il provvedimento è stato proposto da Claudio Scajola, Ministro dello Sviluppo Economico, con il concerto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, e del Ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Altero Matteoli, e dopo questo primo atto va all’esame della Conferenza Unificata e al parere delle Commissioni Parlamentari, per poi tornare al Consiglio dei Ministri  per il varo definitivo. Il Decreto Legislativo dovrà essere approvato definitivamente entro il 15 febbraio.
Il Consiglio dei Ministri adotterà il documento contenente la “strategia nucleare” con il quale saranno delineati gli obiettivi strategici in materia. Successivamente, gli operatori interessati, in un’ottica di libero mercato, formalizzeranno le proposte per la realizzazione degli impianti.
“Quello deciso dal Governo è un importante passaggio nel processo istruttorio e organizzativo, che dà seguito alle indicazioni della Legge Sviluppo e che consentirà di garantire all’Italia non solo energia elettrica ai prezzi inferiori almeno del 30% ed allineati con quelli di altri paesi europei, ma anche di dotarci di una fonte di energia disponibile su vasta scala, con sicurezza delle forniture e, soprattutto, con emissioni zero, rispettando così gli obiettivi internazionali”, ha detto Scajola.
Il ministro ha poi sottolineato che “con questo provvedimento abbiamo fissato i criteri per la localizzazione dei siti dando come obiettivo prioritario non soltanto la loro sicurezza, ma anche le esigenze di tutela della salute della popolazione e di protezione dell’ambiente”. Scajola ha inoltre precisato che “sulla base di tali criteri, saranno poi le imprese interessate a proporre in quali zone intendono realizzare gli impianti nucleari”.
Lo schema di decreto legislativo, in 33 articoli, attua il riassetto della disciplina della localizzazione nel territorio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare e dei relativi impianti di produzione anche del combustibile e dei rifiuti, delineando le procedure autorizzative, i requisiti degli operatori e una serie di adempimenti correlati.
La proposta di tali peculiarità sarà fatta dall’Agenzia per la Sicurezza Nucleare sulla base di dati tecnico-scientifici predisposti da enti pubblici di ricerca, compresi ISPRA, ENEA e università, e conterrà con uno schema di parametri i riferimento relativi a caratteristiche in termini sismici, geofisici e geologici, nonché di accessibilità all’area, distanza dai centri abitati ed infrastrutture di trasporto, disponibilità di risorse idriche, valore paesaggistico e architettonico. Oltre ad aspetti strettamente tecnici, istruttori, burocratici e procedurali, legati alla selezione dei siti e all’autorizzazione per la realizzazione degli impianti, lo schema di decreto legislativo si sofferma anche sulle misure compensative a favore delle amministrazioni, delle popolazioni e delle imprese presenti nelle zone in cui sorgeranno gli impianti nucleari. Oneri che saranno a carico delle imprese coinvolte nella costruzione e nell’esercizio delle centrali.
Nel dettaglio è previsto un beneficio economico onnicomprensivo annuale commisurato alla potenze elettrica nominale dell’impianto nella fase di cantiere, pari a 3 mila euro per megaWatt. Una volta che l’impianto nucleare sarà entrato in esercizio, il beneficio economico sarà commisurato all’energia elettrica prodotta ed immessa in rete, pari a 0,4 euro per MWh da corrispondere ad imprese e cittadini sulla base dei criteri definiti dagli enti locali interessati.
I benefici sono attribuiti per il 10% alle Province in cui è ubicato l’impianto; per il 55% ai Comuni e per il 35% ai comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 km dall’impianto.
Nel dettaglio, i benefici attinenti alla fase di realizzazione degli impianti sono destinati per il 40% agli enti locali per le finalità istituzionali e per il 60% alle persone residenti e alle imprese presenti sul territorio circostante il sito, mediante la riduzione della spesa energetica, della TARSU, delle addizionali IRPEF, IRPEG e dell’ICI, secondo criteri e modalità che saranno fissati dagli enti locali interessati.
Quelli correlati all’esercizio produttivo degli impianti, invece, saranno destinati alla riduzione della spesa per energia elettrica dei clienti ubicati nei territori dove hanno sede gli impianti.
Nel dispositivo normativo si prevede, tra l’altro, che nel caso in cui la realizzazione o l’esercizio della centrale per qualunque ragione subisca un arresto definitivo, decadranno automaticamente i benefici riconosciuti alle persone residenti, agli enti locali e alle imprese.
La procedura per la definizione dei criteri di localizzazione e l’istanza per l’autorizzazione dell’impianto nucleare, sono caratterizzate dalla più ampia partecipazione dell’opinione pubblica e degli enti locali interessati, con una scrupolosa attenzione ai profili di carattere ambientali oltre che della sicurezza.
Il decreto prevede infine la realizzazione di un deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi la cui realizzazione sarà affidata a Sogin sulla base di un’autorizzazione unica. Ci sarà una consultazione pubblica con manifestazione d’interesse da parte delle Regioni interessate e con l’intesa della Conferenza Unificata. Anche per il territorio che ospiterà il deposito dei rifiuti radioattivi sono previsti benefici economici.

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