Ue, iniziativa italiana a favore del crocifisso

Ue, iniziativa italiana a favore del crocifisso

Per divenire ufficiale deve raccogliere entro febbraio le firme della metà più uno dei 736 deputati

costruzione di nuovi minareti per timore del fondamentalismo e di una strisciante islamizzazione del territorio elvetico, giunge notizia da Strasburgo che alcuni nostri europarlamentari hanno firmato una dichiarazione a favore del crocifisso e contro la sorprendente sentenza di alcuni giorni fa della Corte europea dei diritti dell’uomo.
Il gruppo di eurodeputati – non più di cinque secondo il regolamento - sono di diversi orientamenti si va da David Maria Sassoli e Gianni Pittella del PD a Sergio Silvestris e Mario Mauro del PDL a Magdi Cristiano Allam dell’UDC.
La dichiarazione, per diventare un pronunciamento ufficiale della Assemblea parlamentare deve raccogliere entro fine febbraio 2010 le firme della metà più uno dei 736 deputati. ”In questa iniziativa abbiamo coinvolto i parlamentari di tutti i gruppi” ha dichiarato Silvestris,”la nostra dichiarazione non mira a fissare il carattere confessionale dello stato italiano e su questa impostazione ritengo che i parlamentari di Paesi che hanno una tradizione laica non avranno difficoltà ad unirsi alla nostra iniziativa .” Nel frattempo hanno aderito anche Carlo Casini dell’UDC, Mario Borghezio della Lega, Cristina Moscardini del PDL, Anna Zaborska del PPE.
La dichiarazione sulla libertà di esposizione in luoghi pubblici di simboli religiosi, si legge,non intende rappresentare né una imposizione circa la libera scelta religiosa che appartiene a ciascun individuo né tanto meno un riferimento di carattere culturale. Secondo i nostri parlamentari la “decisione di Strasburgo è in contrasto con l’identità culturale italiana fortemente influenzata dalle radici cristiane che sono a fondamento della storia e della tradizione dei popoli, si chiede quindi di riconoscere il pieno diritto di tutti gli Stati membri ad esporre simboli religiosi all’interno di luoghi pubblici e delle sedi istituzionali laddove tali simboli siano rappresentativi della tradizione e della identità di tutto il Paese e quindi elementi unificanti dell’intera comunità nazionale, rispettosi dell’orientamento religioso di ciascun cittadino”.

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