La sentenza della Corte costituzionale può avere riflessi su eventuali richieste di rimborso
Secondo la Corte, infatti, la TARSU viene commisurata “a mere presunzioni forfettarie di producibilità dei rifiuti interni ed al costo complessivo dello smaltimento anche dei rifiuti esterni”.
Nella sentenza, inoltre, viene esplicitamente ricordato che “non esiste, del resto, una norma legislativa che espressamente assoggetti ad IVA le prestazioni del servizio di smaltimento dei rifiuti”. “Il contenuto della sentenza - precisa il direttore Confcommercio Giorgio Fiori - che di per sé non modifica automaticamente la normativa vigente in materia, potrebbe avere riflessi concreti anche su eventuali richieste di rimborso per cui, in via cautelativa, ed in attesa di istruzioni più chiare sull’argomento, ci siamo subito attivati per consigliare ai nostri associati di effettuare normalmente i versamenti della TARSU, ma nel contempo di presentare istanza di rimborso”.
“A tal proposito – precisa Fiori - abbiamo predisposto degli specifici moduli per richiedere altresì al Comune di competenza di ogni singolo contribuente (o al concessionario della riscossione per quei Comuni che se ne avvalgono) il rimborso dell’IVA indebitamente applicata negli ultimi 5 anni, comprensiva di interessi, richiedendone in particolare la restituzione in contanti o a defalco delle future bollette”.
“La nostra iniziativa – conclude Fiori – è ovviamente oltre che cautelativa, esplorativa e quanto meno dovrebbe essere utile a far si che i Comuni per il futuro non quantifichino più la TARSU con l’IVA”.
I moduli predisposti dalla Confcommercio, utilizzabili anche dai privati, sono disponibili presso tutti gli uffici Confcommercio.