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All'asta beni confiscati alla mafia, no di Libera
Manifestazione e raccolta firme il prossimo 28 novembre
sociale dei beni confiscati alle mafie. Un appello raccolto da tutte le forze politiche, che votarono all'unanimità le legge 109/96. Si coronava, così, il sogno di chi, a cominciare da Pio La Torre, aveva pagato con la propria vita l'impegno per sottrarre ai clan le ricchezze accumulate illegalmente”.
Inizia così l’appello promosso da LIBERA,ASSOCIAZIONI NOMI E NUMERI CONTRO LE MAFIE” per bloccare l’emendamento alla finanziaria che il Senato ha approvato che consente la vendita all’asta dei beni confiscati.
Riteniamo che se questo emendamento fosse approvato dal Parlamento sarebbe una sconfitta per lo Stato, significherebbe arrendersi all'opera criminale di chi ostacola il pieno ed effettivo riutilizzo sociale dei beni confiscati. L'eventuale riacquisto di quei beni da parte dei clan a cui erano stati sottratti, avrà un effetto dirompente sulla stessa credibilità delle istituzioni.
Per questo Libera Ascoli si associa a tutti i coordinamenti territoriali nella mobilitazione prevista per il 28 Novembre prossimo.
«Per favorire l'adesione della cittadinanza - fa sapere con una nota Libera Ascoli Piceno - abbiamo istituito alcuni punti di raccolta firme: sabato mattina in occasione dei mercati cittadini del Centro e di Porta Maggiore, nel pomeriggio in Viale Rozzi e domenica mattina a Piazza del Popolo.
In Parlamento l'appello è stato presentato con una interrogazione bipartisan che vede tra i primi firmatari Veltroni (Pd) e Granata (Pdl). Libera si propone di costruire un percorso che abbia come obiettivo il rispetto delle regole e della legalità cinvolgendo tutti i cittadini che credono in questi valori: al di là del proprio pensiero, della propria spiritualità e del proprio colore politico.
Libera non appartiene ad un partito o ad un pensiero unico, ma appartiene a quegli uomini e donne che con entusiasmo, continuità e credibilità si impegnano a far vivere e concretizzare i diritti di ogni cittadino, perché come dice Don Ciotti “un diritto solo rivendicato ferisce le speranze di giustizia non meno di uno negato, i diritti hanno bisogno di essere anche da parte nostra tradotti, concretizzati”.
Tutti insieme - conclude la nota - possiamo davvero lasciare un segno indelebile per il futuro del nostro Paese: invitiamo tutti i cittadini, associazioni, tutte le forze sociali, politiche cattoliche e non, a condividere con noi questo appello e a firmare perché la legge 109/96 mantenga e migliori i suoi effetti e non restituisca alla mafia ciò che gli è stato tolto sacrificando la vita di tante persone».