Manuli: Cgil, Cisl e Uil narcotizzano i lavoratori

Manuli: Cgil, Cisl e Uil narcotizzano i lavoratori

«I lavoratori vogliono un tavolo con l’azienda per discutere un nuovo accordo»

Lo afferma Andrea Quaglietti, dirigente SDL di Ascoli e dipendenti della stessa Manuli.
«I confederali da un lato stanno sempre di più confondendo le idee ai lavoratori dello stabilimento – sostiene Quaglietti –  e dall’altro attaccano l’operato del Sindacato dei Lavoratori che ha sempre ribadito che non avrebbe mai firmato un accordo che prevedesse lo smantellamento del sito produttivo ascolano.
E' il caso di ricordare – aggiunge il delegato SDL – che dei 140 posti che il piano aziendale dice di voler mantenere, una buona parte andranno comunque in cassa integrazione a rotazione, e che la Manuli farà produrre loro tubi che già produce in Cina: ma fino a quando?».
A proposito della ripresa del tavolo delle trattative, così come annunciato dal presidente Spacca e dall'assessore regionale al lavoro Badiali, Quagletti aggiunge: «I lavoratori avevano già bocciato l’ipotesi di accordo presentata nell’assemblea di giovedì scorso dai delegati nazionali dei chimici di CIGL, CISL e UIL, e quindi il mandato era quello di tornare al tavolo con l’azienda per discutere un nuovo accordo, non accettare e basta, quello imposto dall’azienda: perché non lo hanno fatto?
Noi fin dall’inizio abbiamo operato per trovare un’intesa con la Manuli, segnalando però anche alla Regione, già nel 2008, quale fosse la situazione ad Ascoli ( documento sulla sicurezza mai firmato in due anni, trasferimento macchinari, mancati incontri ect.), senza però ottenere ascolto né dall’ente né dagli altri sindacati.
Va bene che ora l’assessore Badiali dica che l’azienda potrebbe riaprire il tavolo di confronto - sottolinea Quaglietti - Ma ricordo che siamo stati noi, nell’incontro di Roma di lunedì 16 novembre, a chiedere ed ottenere dalla Manuli una nuova disponibilità a ridiscutere la situazione. Speriamo ora che i sindacati confederali ci appoggino in questo sforzo, insieme alla Regione stessa e alle istituzioni, per trovare una soluzione diversa alla vertenza. In caso contrario, vorrà dire che loro non fanno gli interessi dei lavoratori, ma hanno a cuore altri interessi».