L'italiano che annunciò la caduta del Muro di Berlino

L'italiano che annunciò la caduta del Muro di Berlino

La storia del giornalista italiano Riccardo Ehrman all’epoca corrispondente dell’Ansa

Ricordiamo che poco prima della fine della seconda guerra mondiale, nel 1945 venne decisa la divisione di Berlino in quattro settori, ognuno controllato ed amministrato da Unione Sovietica, Regno Unito, Francia e Stati Uniti. Quello sovietico era il più esteso ed occupava la maggior parte della metà orientale di Berlino. Inizialmente ai cittadini  di questa città fu permesso di circolare in tutti i settori ma dopo la guerra fredda nel 1952, il confine fra Germania Est ed Ovest venne chiuso per fermare la fuga di milioni di tedeschi dalla dittatura del regime comunista – la DDR -.
Il 13 agosto del 1961 a Berlino Est si cominciò a costruire un muro di cemento inizialmente  lungo oltre 150 km alto tre metri e mezzo che, in successive occasioni, venne perfezionato con lastre di cemento armato e trasformato da un normale muro “in un sistema  insormontabile di ostacoli, trappole, bunker,torri di guardia ed armi da sparo automatiche che uccidevano i fuggitivi. Il muro che i comunisti avevano costruito non attraeva ma repelleva” così scriveva Viktor Suvorov nel suo libro “L’ombra della vittoria”.
Oltre 200 persone furono uccise dal 1961 al 1989 nel tentativo di fuggire a Berlino Ovest  ma 5000 berlinesi riuscirono a coronare il loro sogno di libertà attraverso gallerie, scivolando lungo cavi elettrici, utilizzando aerei ultraleggeri. L’ultimo fu Winfried Freudenbergh che nel marzo 1989 intraprese una fuga spettacolare servendosi di una mongolfiera  autocostruita  che però fu abbattuta mentre stava raggiungendo  il territorio della Germania Ovest.
Il conto alla rovescia per l’abbattimento del muro iniziò il 23 agosto del 1989 quando l’Ungheria, che aveva un regime comunista, rimosse le sue restrizioni al passaggio dei suoi cittadini in Austria. Oltre 20.000 tedeschi dell’Est fuggirono quindi verso l’Ungheria per passare poi in Austria, ma l’annuncio che  ai cittadini non ungheresi non sarebbe stato possibile attraversare la frontiera, gettò nello sconforto i tedeschi che si riversarono nelle ambasciate tedesco-occidentali di Budapest e Praga. Con un accordo internazionale, i profughi vennero rispediti con treni piombati nella Germania comunista. Iniziarono dimostrazioni di massa contro il governo  ed il 18 ottobre il leader della DDR Honecker, si dimise sostituito da Egon Krenz il quale decise di concedere ai cittadini dell’est permessi per viaggiare in Germania Ovest. La cosa  sarebbe dovuta avvenire in maniera graduale. Il ministro della Propaganda della DDR Gunther Schabowsky ebbe il compito di darne la notizia  ma non era a conoscenza dei dettagli.
E qui entra in campo il giornalista italiano Riccardo Ehrman all’epoca corrispondente dell’Ansa a Berlino il quale ha ricordato, in una intervista, che Schabosky il 9 novembre 1989 durante la conferenza stampa convocata per le ore 18 dichiarava, ad una sua precisa domanda, che ”qualsiasi cittadino tedesco orientale da quel momento  poteva varcare i confini, compresi quelli di Berlino ovest” con l’unico requisito di un documento valido. “Un annuncio fantastico – ha rievocato Erhman – era finalmente cambiato il mondo”. Si precipitò a darne la notizia ma la conferenza stampa era stata trasmessa in diretta tv e quando andò in strada questa era già piena di tedeschi in marcia verso i chekpoint che chiedevano di entrare a Berlino ovest.
Erhman riconosciuto nella Friedrichstrasse dalla folla come “quello della domanda” fu portato a spalla in trionfo.
Le guardie di frontiera, sorprese e senza ordini, non riuscirono ad arginare la folla. Qualcuno alzò le sbarre di confine. I berlinesi dell’est furono accolti dai confratelli occidentali. I bar vicini al muro iniziarono ad offrire boccali di  birra  per tutti, si formarono ingorghi paurosi di auto, le rumorose e pestifere Trabant  costruite nella DDR accanto alle Mercedes  ed alle BMW occidentali, “E’ il caos più meraviglioso che avremmo potuto sognare – titolava  la Bild Zeitung -” .
Un anno dopo, il 3 ottobre del 1990 la Germania veniva ufficialmente riunificata.

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