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Manuli, c'è l'ipotesi di accordo: sindacati spaccati
Ugl: «Cgil, Cisl e Uil si assumono la responsabilità di non aver difeso al meglio i lavoratori»
Dall'altra parte Ugl e Sdl tuonano. Secondo Quaglietti il piano presentato dall'azienda «non dà alcuna garanzia sul futuro dello stabilimento ascolano». La Ugl attraverso il segretario Marucci va giù pesante: «CGIL, CISL e UIL si assumono tutta intera la responsabilità di non aver difeso al meglio gli interessi dei lavoratori e del territorio Piceno. La UGL Chimici questa mattina al Ministero del Lavoro ha firmato un verbale di mancato accordo. La proposta avanzata dalla Manuli al ministero ieri non è un serio piano industriale strategico del sito produttivo di Ascoli Piceno - prosegue Marucci - Nella sostanza rappresenta la fuoriuscita furbesca della Manuli dalla sue responsabilità sul territorio, traendo anche il massimo vantaggio con il riutilizzo della centrale termica di cogenerazione. Di fatto la Manuli ha portato a termine la sua strategia di delocalizzare la produzione in Cina, creando disoccupazione nel territorio Piceno.
Nella notte di giovedì 29 ottobre al MISE - conclude Marucci - la delegazione della UGL Chimici aveva fortemente contestato la proposta ultimativa della Manuli e messo in campo una proposta forte di mantenimento del sito strategico di Ascoli, chiedendo uno slittamento dei tempi di chiusura della procedura per avere sul tavolo negoziale anche i soggetti istituzionali assenti in quel momento alla trattativa. Il dott. Castano, funzionario del MISE, aveva manifestato la disponibilità del Ministero ad un ulteriore prolungamento dei tempi della trattativa». L'ipotesi di accordo dovrà ora essere portata all’approvazione dei lavoratori Manuli di Ascoli.