Si attende che la Repubblica Ceca decida ladesione al Trattato
puntati sulla Repubblica Ceca,l’unico Paese che non ha ancora ratificato il Trattato per la riforma della UE. Il presidente ceco Vaclav Klaus,da sempre euroscettico, si è mostrato di recente più morbido, abbandonando le sue obiezioni a firmare il Trattato e questo è avvenuto grazie ad una proposta della attuale presidenza svedese. Prevede una “esenzione in deroga”da uno dei principi fondamentali del Trattato cioè la libertà di acquisire proprietà in tutti gli Stati membri. In questo modo il Paese sarebbe esentato dalle richieste di risarcimento da parte dei civili tedeschi espulsi in massa dalla regione dei Sudeti alla fine della seconda guerra mondiale. Questi tre milioni di Sudeti erano una popolazione di lingua tedesca dimoranti in Cecoslovacchia al confine con la Slesia,discendenti di mercanti tedeschi che nei secoli X e XI si erano stanziati in Boemia costituendo un gruppo etnico molto unito. L’ascesa al potere di Hitler nel 1933 con il suo programma di riunire tutti i territori abitati da popolazioni di sangue tedesco diede origine alla “questione dei Sudeti”. Nel XX secolo la tendenza pangermanista di questa minoranza si andò sempre più affermando. La politica espansionistica di Hitler con l’annessione dell’Austria nel 1938 fece precipitare la situazione. Le rivendicazioni pressanti del Fuhrer sulla Boemia, spinsero Parigi e Londra a premere su Praga per l’autonomia che però non fu riconosciuta. Di fronte all’immediato pericolo di una guerra Francia, Gran Bretagna, Germania ed Italia si incontrarono a Monaco il 29 e 30 settembre dello stesso anno, e si convenne l’immediata annessione dei Sudeti alla Germania. Al termine della seconda guerra mondiale a questi tre milioni di cittadini il neo governo cecoslovacco confiscò le proprietà, case, terreni, fabbriche e ne decretò l’espulsione.
Costretti a raggiungere il confine austriaco, furono oggetto di violenze,angherie e maltrattamenti anche da parte delle truppe alleate, 50.000 furono le vittime in maggioranza anziani donne e bambini di questa marcia della morte. Ritornando al Trattato di Lisbona il presidente ceco Vaclav Klaus vorrebbe evitare – con l’esenzione in deroga - possibili rivendicazioni degli eredi dei Sudeti in quanto l’art.17 par.1 dei Diritti fondamentali dei cittadini nell’Unione Europea prevede che:”..nessuna persona può essere privata della proprietà se non contro il pagamento di una giusta indennità per la perdita della stessa”. La ratifica del Trattato è stata quindi portata all’attenzione della Corte Costituzionale Ceca su ricorso di 17 deputati vicini al presidente, la delibera che era attesa per il 27 ottobre è slittata al 3 novembre.
Pertanto il vertice dei capi di governo che si tiene a Bruxelles oggi e domani non potrà procedere alle nomine previste dal Trattato di Lisbona, come quella del Presidente stabile della UE per il quale sono candidati oltre il britannico Tony Blair, il lussemburghese Jean Claude Juncker,il premier olandese Balkenende ed il finlandese Paavo Lipponen.
Ma cosa cambia con il Trattato di Lisbona? Tutta la legislazione europea passa alla procedura di co-decisione che rende il Parlamento ed il Consiglio dei ministri co-legislatori,quindi crescono i poteri degli eurodeputati eletti direttamente da 500 milioni di cittadini.
Il numero dei parlamentari passa dagli attuali 736 a 751.
I Parlamentari avranno più poteri su bilancio,agricoltura, fondi strutturali rispetto al Consiglio dei Ministri.
Altro fatto importante è la possibilità per gli Stati membri di uscire dalla UE, finora non contemplata.
Le riunioni dei Consigli dei Ministri,invece,saranno videotrasmesse come quelle del Parlamento. Cade la regola dell’unanimità, per far passare un testo sarà sufficiente il via libera del 55% dei Paesi che rappresentino però il 65% della popolazione.
Dopo la pubblicazione di una proposta di legge europea i parlamenti nazionali avranno 8 settimane di tempo per esaminarla e determinare se è compatibile con il diritto nazionale o respingerla.
Aumenta il potere di iniziativa dei cittadini. Raccogliendo un milione di firme potranno chiedere alla Commissione di pubblicare una proposta di legge di loro interesse.
La Carta dei diritti fondamentali diventa giuridicamente vincolante fatto salve le deroghe concesse a taluni Paesi.
In attesa che la Repubblica Ceca decida l’adesione al Trattato è quindi sempre più probabile la convocazione di un vertice straordinario dei Capi di Stato a metà novembre.