Centrale nucleare alla Sentina, emergenza reale

Centrale nucleare alla Sentina, emergenza reale

«Si scavalca la volontà popolare espressasi con il referendum del novembre 1987»

quella che sarà la regolamentazione nazionale dei siti, dovrà comunque essere una decisione condivisa con le comunità locali”.
«Quanto sopra è, in sintesi, la risposta del Sottosegretario Stefano Saglia del Ministero dello Sviluppo Economico all’interrogazione parlamentare presentata dall’on. Amedeo Ciccanti (Udc) sull’idoneità della zona Sentina ad accogliere una delle numerose centrali nucleari da costruire nel territorio nazionale, come previsto dal Ddl 1195 del luglio 2009.
Una risposta, quella del Sottosegretario di Scajola, non povera di ipocrisia perché l’iter previsto dal suddetto disegno di legge non contempla affatto l’opinione dei cittadini e dei residenti, come neanche un’eventuale parere negativo delle Regioni interessate (intanto la Regione Marche, come molte altre, ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale): l’art. 14 del Ddl affida infatti alla esclusiva competenza dello Stato la valutazione della compatibilità ambientale e l’autorizzazione all’esercizio degli impianti e allo stoccaggio delle scorie. Le aree considerate idonee saranno unilateralmente dichiarate di interesse strategico nazionale, militarizzate e presidiate dall’esercito.
Dovremmo allarmarci tutti, cittadini ed Enti locali, per quanto contenuto in quella breve nota, anche se molti non sono bene al corrente dei rischi che comporta la reintroduzione del nucleare in Italia, dopo che un referendum popolare abrogativo all’indomani del disastro di Chernobyl dell’aprile 1986 aveva portato alle dismissioni delle quattro centrali in funzione nel territorio nazionale.
I disastri di una fuga radioattiva allora furono evidenti e tutti presero coscienza della follia di simili imprese; oggi, dopo vent’anni, questa consapevolezza sembra svanita, nonostante i rischi e gli effetti di un incidente nucleare siano oggi come ieri – e come domani – gli stessi: inquinamento tossico da radiazioni, malattie e decessi, malformazioni neonatali, distruzione di paesaggi e ambiente. Tutto questo se accade un incidente; in regime di funzionamento “ordinario” una centrale nucleare è comunque un pericolo: per quella bassa percentuale di prodotto energetico nazionale complessivo che produce, essa comporta dei costi di costruzione e di manutenzione altissimi, un grandissimo consumo di acqua e di energia per funzionare, la continua emergenza nel territorio che la ospita per via di possibili e mai del tutto prevedibili guasti dovuti all’errore umano o a cedimenti di struttura o a fenomeni naturali (piogge, terremoti etc.). Si aggiunga poi il problema mai risolto dello smaltimento delle scorie radioattive che la centrale produce, che devono essere stoccate e conservate per l’eternità senza che vi sia possibilità di smaltirle all’infuori delle navi della mafia affondate al largo delle nostre coste, nel totale silenzio dello Stato.
Oggi i nostri governanti voglio tornare a fare gli apprendisti stregoni, mettendo a repentaglio la salute pubblica e la sostenibilità del territorio al solo scopo di conquistare voti, regalando alla gente l’illusione dell’autosufficienza energetica, dell’abbassamento delle bollette, dell’infallibilità dei dispositivi di sicurezza. Il vecchio sogno autarchico che ritorna, delineato in pompa magna nel Ddl approvato dal Governo Berlusconi, risulta però essere palesemente incostituzionale: perché scavalca la volontà popolare espressasi con il referendum del novembre 1987; perché azzera del tutto l’autonomia decisionale degli Enti locali e delle Regioni sulla valutazione di idoneità di determinate scelte “strategiche”, affidando al solo criterio dell’”interesse nazionale” (stabilito dal Governo) la decisione unica e ultima.
Il fatto che il Ministero di Scajola paventi l’avvio di un iter democratico per l’individuazione del sito nella zona Sentina intendendo coinvolgere la volontà popolare contraddice le procedure di acquisizione dei siti strategici indicate chiaramente nel Ddl e deve suonare per tutti come un campanello di allarme: siamo abituati alle smentite di questo Governo (che adesso parla di decisioni condivise e partecipate e poi chissà) ma dobbiamo preoccuparci molto che il sito Sentina sia tenuto in considerazione dall’attività ricognitiva del Ministero.
I problemi che coinvolgono il nostro quotidiano sono molti, questo ci spinge spesso a ritirarci nel privato e a delegare scelte che già in partenza raramente condividiamo. Questa volta però l’emergenza è reale e non discriminerà alcuno, la scelta di convivere con le centrali nucleari, di compromettere territorio e salute,  comporta un rischio giustificabile solo per chi ne avrà un ritorno nei magnifici introiti legati alla loro realizzazione. Già una volta questa emergenza ci ha visto uniti nel prendere l’unica saggia decisione ammissibile per il nostro territorio, per noi, per i nostri figli e per le generazioni che seguiranno. Ancora una volta possiamo decidere».