Recuperate somme indebitamente percepite per 121.000 euro
Nazionale della Previdenza Sociale, in relazione ad un piano criminoso architettato - sin nei minimi dettagli, anche attraverso il ricorso a frodi informatiche - da 37 persone residenti in diverse regioni del territorio nazionale.
La truffa avrebbe peraltro potuto assumere dimensioni colossali, con le gravissime conseguenze del caso, se non fosse stata arginata dalle indagini che hanno visto la preziosa collaborazione delle Fiamme Gialle del Nucleo Speciale Frodi Telematiche - Reparto della capitale conosciuto come “G.A.T.”, specializzato anche nell’accertamento delle frodi informatiche - e del personale del Servizio Centrale Ispettivo dello stesso Ente di previdenza.
Le attività hanno preso l’avvio verso la fine del 2006, sulla scorta di un’indagine relativa ad una truffa “tradizionale” in danno dell’Ufficio I.N.P.S. di Montegranaro (FM), caratterizzata dall’avvenuta erogazione di alcune indennità di disoccupazione in favore di persone del tutto ignare, ovvero, in un caso, addirittura deceduta; la truffa - perpetrata con la complicità di due dipendenti I.N.P.S. che avevano definito le procedure per l’accreditamento delle indennità in parola su alcuni rapporti bancari accesi, da un complice, presso istituti di credito ubicati in provincia di Foggia - ha determinato l’emersione di un più articolato e parallelo meccanismo fraudolento, attuato dai medesimi dipendenti mediante l’accesso diretto al sistema informatico dell’I.N.P.S., utilizzando le password carpite a colleghi del medesimo Ufficio, risultati estranei ai fatti.
Attraverso tale espediente, venivano quindi “prelevati” dei periodi contributivi a persone per cui erano stati regolarmente versati i contributi previdenziali, attribuendoli anche ad altre persone per le quali non era stato invece versato alcunché.
Tale attività ha determinato il considerevole anticipo del raggiungimento dei requisiti previsti per il conseguimento della pensione di anzianità da parte di alcuni soggetti già percettori dei connessi emolumenti. Le persone sono state denunciate per la consumazione del reato di truffa, mentre per altra parte di soggetti “in attesa” del precoce raggiungimento dei medesimi requisiti è scattata la denuncia per il tentativo della truffa.
Recuperate somme indebitamente percepite per 121.000 euro e di annullare periodi contributivi indebitamente attribuiti per complessive 7.487 settimane - pari a circa 144 anni - ma, soprattutto, hanno interrotto una truffa che, qualora non arginata, avrebbe potuto trovare facile estensione ed ambiti di complicità, arrecando ulteriori danni all’Erario e rendendo ancor più inattendibile la genuinità dei dati inclusi nel sistema informatico nazionale dell’I.N.P.S.
Tutti i responsabili - individuati nei 2 citati dipendenti I.N.P.S., nella persona che, utilizzando documenti falsi, aveva provveduto all’apertura dei rapporti bancari destinati a ricevere le indennità di disoccupazione non dovute di cui all’input delle indagini e, infine, nei 34 soggetti beneficiari delle indebite attribuzioni dei contributi e connesse pensioni di anzianità residenti nelle province di Ascoli Piceno, Fermo, Foggia e Napoli - sono stati deferiti a piede libero alle Procure della Repubblica di Fermo ed Ancona (quest’ultima, in virtù delle specifiche competenze in relazione alla frode informatica).