Contrari all'idea Italia Nostra, Legambiente, Archeoclub, Cittadinanzattiva
«Nonostante infatti si siano già espressi contro tutti i comuni interessati, Ascoli compresa, il Consind, le varie forze politiche e tutti gli Enti competenti nel territorio, essa viene riproposta, identica e più dannosa che mai - fanno sapere le associazioni ascolane in una nota congiunta - Infatti lungi dall’essere utile a risolvere il problema occupazionale, in quanto l’energia elettrica prodotta verrà immessa nel circuito nazionale e venduta all’Enel a caro prezzo, questa centrale, una volta realizzata, potrebbe costituire per l’impatto ambientale che comporta, un serio problema per ditte come la Pfizer che produce medicinali, o la Sabelli che produce alimenti.
Non a caso anni fa, quando nello stesso sito fu proposta una centrale identica a questa, la ditta Carlo Erba (oggi Pfizer) e la ditta Sabelli presero netta posizione contro l’installazione della stessa. Inoltre questa Turbogas potrebbe costituire un serio ostacolo per eventuali riconversioni di ditte dismesse e per l’assetto urbanistico del territorio. Deve ritenersi pertanto strumentale e inqualificabile giustificare con motivi occupazionali la realizzazione di un tale impianto, capace di incidere pesantemente sulla qualità della vita degli abitanti di tutto il territorio su cui oltre al rumore ricadrebbero polveri sottili e ultrasottili, ossidi di azoto ecc.
Quanto sia importante per il problema occupazionale la realizzazione di questi impianti lo si capisce dal caso Manuli: fatto l’impianto commisurato al fabbisogno della ditta, la ditta ha chiuso i battenti! Anche la Pfizer ha realizzato un piccolo impianto: subito dopo la produzione è scesa e si è anche provveduto al taglio del personale.
Questa Turbogas, che produrrebbe 166 MW di energia termica, non potendola utilizzare, la immetterebbe in atmosfera con conseguenze che si possono ben immaginare: aumento della temperatura nel territorio e ristagno di umidità, vista anche la conformazione dei luoghi (la valle stretta e Ascoli chiusa tra i monti come in un catino). Infatti la ditta SEA, che propone questa centrale, visto che le norme vigenti impongono che parte dell’energia termica prodotta dall’impianto venga utilizzata, ha pensato bene di indicare come sicure utenze 1) la cartiera Ahlstrom (chiusa!); 2) la Pfizer, che per gran parte del suo fabbisogno ha già provveduto con un proprio impianto; 3) e 4) due piccole realtà imprenditoriali (LAB e PALL) che con due letterine identiche, una fotocopia dell’altra, dicono che forse potrebbero essere interessate se… se… se…
Perché si possa credere che il calore prodotto dalla centrale non venga disperso in atmosfera ben altro si deve pretendere dalla SEA:
- contratti con le ditte che intendano utilizzare l’energia termica;
- piani economici che determinino costi e indichino da chi eventualmente verranno sostenuti;
- progetti attuativi che stabiliscano il passaggio delle strutture necessarie al trasporto del vapore dalla centrale all’utente che, dovunque ubicato, comporterebbe comunque l’attraversamento di aree pubbliche e private,
A oggi tutto questo non c’è! E quindi questa centrale, che non utilizza l’energia termica prodotta, non può essere considerata di cogenerazione. Essa non rientra infatti nei parametri stabiliti dalla Comunità Europea, e dunque non è conforme al Decreto attuativo del Parlamento Italiano alle deliberazioni europee, né a quanto tassativamente espresso dalla AEEG (organo del Ministero per l’Energia).
Per questi motivi sarebbe dunque veramente grave se si autorizzasse l’installazione di questo impianto e in questo momento poi quando ci si è finalmente resi conto, a livello globale, di quanto sia urgente limitare le emissioni di CO2. Basti pensare che questa Turbogas ne getterebbe in atmosfera ben 240.000 tonnellate l’anno!
Sarebbe inoltre gravissimo - concludono - se oltretutto venissero erogati incentivi e/o contributi pubblici per la sua realizzazione. Noi vigileremo in questo senso, e ci si augura che tutte le autorità competenti nei vari settori siano attente a che le leggi vengano rispettate ed il denaro pubblico venga gestito con il massimo rigore».