E' il record per una città che manifesta per la libertà di stampa
cronaca, mi rendo conto che si sta vivendo un periodo di enorme disagio quanto a libertà di stampa, ma per la verità vivo una sorta di dicotomia tra ciò che mi capita a livello locale e i fatti di rilievo nazionale sul clima di censura.
Il Pd ascolano ha organizzato un pullman per presenziare alla manifestazione romana.
Fatto lodevole.
E poiché alcuni giorni fa, alla vigilia delle stessa manifestazione poi posticipata per la morte dei parà italiani in Afganistan, avevo evidenziato l'anacronismo del comportamento di alcuni dirigenti locali del Partito Democratico, vorrei che gli stessi organismi di partito, se se la sentono, mettano in atto una manifestazione pubblica ad Ascoli Piceno per parlare di quello che alcuni dirigenti o personaggi di spicco del Pd fanno per tarpare la critica al pensiero unico nel territorio. Perché prendersela soltanto con il Premier?
Non è il caso di dire tutto quel che accade alla gente. Esempio nazionale. All'opposizione tutti gridano e si stracciano le vesti contro la legge sullo scudo fiscale per il rientro dei capitali all'estero. Per alcuni un provvedimento a favore di mafiosi (condivido), poi però il provvedimento passa per una ventina di voti . E, guarda caso, se non fossero stati assenti una sessantina di parlamentari dell'opposizione sulla pregiudiziale di incostituzionalità dell'Italia dei Valori, di tutti i partiti dell'opposizione, Pd in testa, quel provvedimento non sarebbe passato.
E tra quelli dell'Udc mancava anche l'onorevole Amedeo Ciccanti. Ma torniamo ad Ascoli, perché la libertà di stampa va tutelata dal basso, così come la democrazia. Ad oggi registro nei confronti delle testate che dirigo (Picus e picusonline.it), tre querele di carattere penale (Mauro Gionni segretario provinciale del Pd, Dante Merlonghi esponente dell'Italia dei Valori, presidente dell'Ente Fiera regionale, funzionario del servizio protezione civile in Provincia, Amedeo Ciccanti, onorevole dell'Udc) e due richieste di risarcimento danni in sede civile (Roberto Allevi (Pd), ex sindaco di Ascoli, e Emidio Mandozzi (Pd) ex vice presidente della Provincia di Ascoli Piceno).
Vi chiederete cosa abbia mai scritto su lor signori. Per il momento voglio prendere in considerazione, perché è davvero divertente, la denuncia del signor Merlonghi.
Prima delle elezioni comunali avevo scritto un articolo nel quale evidenziavo come Merlonghi, indagato per falso ideologico, facesse il moralizzatore sul candidato sindaco del Pd Antonio Canzian, indagato per presunta tentata estorsione in ambito ospedaliero, perché a suo dire secondo l'Italia dei Valori un indagato non poteva candidarsi, anche se Antonio Di Pietro dice che non si può candidare chi abbia subito una condanna in primo grado. Nell'articolo scrivevo anche che Merlonghi faceva promozione a se stesso spendendo sodi pubblici.
Ora Merlonghi nella denuncia sostiene che io non ho scritto di quale fatto stessi parlando e che poi quel fatto era stato archiviato il 31 marzo 2009. Allora se proprio ci tiene lo racconto ora se ne ha tanta premura. Dante Merlonghi era indagato dalla Procura di Ascoli Piceno nel 2005 perché allorquando si dovevano raccogliere le firme per la presentazione delle liste elettorali alle elezioni regionali, aveva raccolto, secondo gli inquirenti, firme palesemente false.
L'avevano fatto in molti. Succedeva che pubblici ufficiali, tipo i consiglieri provinciali o funzionari pubblici, per dare la possibilità di presentare le liste, stante la difficoltà di raccogliere un numero sufficiente di firme, ci mettevano del proprio allargando il numero di firme con un buon numero di quelle false. In questa situazione incappò anche il buon Domenico Re del quale scrissi sulle colonne del Messaggero. Re l'aveva fatto addirittura per fare una cortesia non ai Ds partito nel quale militava al tempo, ma per il Patto. Una leggina curiosa, di quelle che fanno i politici di ogni colore per cavarsela, diminuì di rango quel reato abbassando la pena dai quattro ai due ani di reclusione, quel tanto che poteva essere sanato con un'oblazione di 2 mila euro.
Domenico Re pagò e tutto finì lì. Dante Merlonghi, che tanto tiene a dire nella querela presentata che il suo caso è stato archiviato, dimentica di dire due cose: l'archiviazione è arrivata non perché dimostrato che fosse innocente, ma perché era sopraggiunta nel frattempo la prescrizione. Quindi Merlonghi ha anche avuto lo sconto di 2 mila euro che invece Re ha pagato in silenzio e capo chino. Ah, dimenticavo, non ho visto un'archiviazione concessa in modo così fulmineo: il pm chiede l'archiviazione il 25 marzo 2009 e il gip l'archivia il 31 marzo 2009.
Velocità della luce in ambiente giudiziario. Scusate se mi dilungo ma vale la pena. Il buon carabiniere che riceve la delega alle indagini e fa parte della polizia giudiziaria della Procura, in modo certosino fa a ritroso il viaggio del fascicolo relativo a Dante Merlonghi.
Il carabiniere in questione, anzi il maresciallo, scrive nell'informativa al sostituto procuratore Ettore Picardi, titolare dell'indagine per diffamazione a mezzo stampa, reato per il quale sono indagato, scrive che è vero che quando ho scritto che Merlonghi era indagato per falso ideologico questi lo era davvero. Poi però per dar risposta anche di una presunta violazione del segreto istruttorio da parte del giornalista, il maresciallo dell'Arma s'infila in una certosina ricostruzione della vita del fascicolo: era su quel tavolo, poi è finito su quell'altro, lo sapevano quindi in due persone soltanto, e poiché è evidente che il giornalista non ha letto il contenuto del fascicolo perché nell'articolo non vengono raccontati i fatti ma soltanto il reato è il caso di pensare che il giornalista, sempre io, abbia potuto attingere la notizia dal computer di qualche dipendente della procura accondiscendente, quindi poiché oltre gli uffici dei magistrati il giornalista è solito frequentare pochissimi altri uffici...Insomma per il maresciallo il gioco è bello che spiegato. “Benedetto elo, ciò” direbbero in Veneto. C'era una volta un procuratore capo della Repubblica che aveva per genero tale Dante Merlonghi...
Ora però quei tempi sono finiti. Così il buon maresciallo così premuroso in questo passo della sua informativa ha dimenticato di leggere quanto il pubblico ministero lo delegava a fare: sequestrare anche se necessario i documenti originali in merito ai fatti. E non l'ha fatto il maresciallo?
E' curioso, ma sembrerebbe proprio così, perché vedete in quell'articolo che ho scritto dicevo che Merlonghi si faceva promozione con i soldi pubblici. Sul punto il maresciallo ha preferito non leggere la delega del Pm.
Se ci pensate infatti la diffamazione sul fatto che Merlonghi fosse indagato non esiste dato che indagato lo era davvero, quindi il Pm avrebbe dovuto archiviare l'inchiesta. La diffamazione esisterebbe qualora non fosse vero che Merlonghi si faceva promozione a spese del Pubblico. Poiché su questo punto il maresciallo dei carabinieri “dimentica” di indagare, il magistrato notifica al giornalista il famoso 415bis, ovvero l'atto che consente di presentare una memoria difensiva o chiedere di essere interrogato. Singolare perché secondo la legge il pm deve svolgere anche indagini a favore dell'indagato. Di fatto il magistrato l'aveva chiesto, ma il buon maresciallo lo ha ... dimenticato. Orbene quella parte dell'indagine l'ha fatta il sottoscritto (sarà il caso di chiedere metà dello stipendio de maresciallo visto che toccava a lui questo compito?).
E, apriti cielo, si scopre che c'è una determina della Provincia di Ascoli Piceno su richiesta del Servizio Protezione Civile, nel quale si chiede di approvare una spesa di 3 mila e 400 euro per la stampa di opuscoli e calendarietti della Protezione Civili a gran richiesta. Nei calendarietti e negli opuscoli il signor dante Merlonghi appare in più pose fotografiche. Rimarchevole il fatto che stampare calendarietti per il 2009 rappresenti un'urgenza come nel caso del crollo di un ponte. Non si conosce forse che ogni anno è in arrivo un anno nuovo e quindi c'è necessità di un calendario nuovo già a gennaio del vecchio anno? Inoltre vengono spesi circa 4 mila euro di spese di spedizione.
Oltre 7 mila euro di spesa pubblica, mentre allora il presidente della Provincia Massimo rossi, fin dal suo insediamento dava la somma da spendere in auguri e calendari per la beneficenza. Che differenza! Oltre 7 mila euro sono sufficienti a certi pensionati per vivere un anno. Perché tanta urgenza? Semplice, perché così si evitano le gare pubbliche e si fa la trattativa privata con un fornitore di fiducia. Ma, come dicevo prima, tutto questo il buon maresciallo lo … ignora.
Ciliegina sulla torta: tra le firme false raccolte dal signor Merlonghi campeggiava quella di un magistrato, suo suocero.
In tribunale era così conosciuta che ci ridevano in tutto il palazzo … ma già dal 2005.
Allora? Di quale violazione del segreto istruttorio si parla, quello delle barzellette?