Doppio colpo per il piano d’azione “stop fake” della Guardia di Finanza a tutela del made in Italy.
In un caso, il negozio al dettaglio nel pescarese ed il centro di stoccaggio a Civitanova Marche (MC). Nell’altro, un uomo in fuga che getta via migliaia di etichette del noto marchio Colmar. In totale, sono oltre 60 mila i prodotti contraffatti e finiti sotto sequestro grazie alle indagini eseguite dalle Fiamme Gialle del capoluogo adriatico in materia di sicurezza prodotti e tutela del Made in Italy, nell’ambito del piano d’azione “STOP FAKE”.
Nel primo set di controlli, avviati presso un esercizio commerciale locale, sono stati rinvenuti migliaia di articoli falsi. Orecchini, bracciali, collane e anelli non sicuri, sprovvisti di packaging adeguato e di informazioni sull’eventuale presenza di materiale tossico del tipo nichel. Risalendo la filiera commerciale, i finanzieri hanno rintracciato il fornitore della merce, un grossista di origini cinesi con sede a Civitanova Marche (MC), denunciato per frode in commercio, poiché sprovvisto della documentazione afferente i test di laboratorio sui metalli pesanti (Nichel, Cadmio e Piombo) presenti nei prodotti venduti nelle percentuali massime previste.
In seguito, durante un controllo nei pressi della stazione di Pescara, i militari hanno individuato un altro soggetto che, dandosi alla fuga, si è liberato di un sacchetto contenente oltre 2.500 griffe Colmar, risultate false e contraffatte, per cui è stata sporta denuncia contro ignoti.
“La contraffazione – afferma il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Pescara, Col. t.ST Antonio Caputo – è un fenomeno moltiplicatore di illegalità. Alimenta svariati settori dell'economia sommersa, dall'immigrazione clandestina al lavoro nero, dall'evasione fiscale al riciclaggio di denaro. L’obiettivo è quello di disarticolare l'intera filiera distributiva delle merci contraffatte e risalire ai poli produttivi, attraverso una costante attività di analisi a tutela del mercato, della concorrenza leale e della salute dei cittadini”.
Le indagini proseguono per individuare altri canali di approvvigionamento dei beni illegali e gli ulteriori soggetti coinvolti.