Pippo Calò, denuncia l'inasprimento del 41bis

Pippo Calò, denuncia l'inasprimento del 41bis

Il "cassiere" di Cosa nostra non può più dipingere per la diminuzione dell'ora d'aria

segretaria provinciale di Rifondazione Comunista, che faceva parte della delegazione che il 14 agosto ha visitato il supercarcere di Marino del Tronto.  «Non avevo capito – dice Paula Beatriz Amadio – chi fosse quel detenuto anziano che pacatamente mi esponeva le sue perplessità. Me l'hanno detto all'uscita dal supercarcere chi fosse». PAULA BEATRIZ AMADIO
Capelli e barba bianca, dimagrito in volto rispetto alle immagini apparse sui giornali di recente, di colore bianco anche camicia, pantaloni e le scarpe, parlava appoggiato alla porta della sua cella con piccoli gesti delle mani.
«Che senso ha – dice Pippo Calò – ridurre da due a un'ora la possibilità di uscire per fare due passi nell'apposito spazio? Che senso ha non potersi cucinare degli spaghetti in cella? Sono forse queste le misure che aumentano la sicurezza? Io avevo rinunciato all'aria per poter dipingere. Ora con queste restrizioni non lo posso più fare. Il tempo di preparazione, lavare i pennelli e altro e già è finito il tempo. Io sto qui all'ergastolo, devo pagare e va bene, ma perché togliere queste misere cose ad uno che passa 23 ore al giorno in cella? A uno che in ventanni non ha avuto mai un rapporto? E' vero signor Commissario? (dice Calò rivolgendosi  al comandante della polizia penitenziaria e riferendosi al buon comportamento tenuto, ndr)».
E il personale del Gom (Gruppo operativo mobile) della polizia penitenziaria addetto al controllo della sezione speciale, riconosce che l'atteggiamento misurato di un detenuto del calibro di Pippo Calò contribuisce a mantenere calmo il clima all'interno della sezione stessa. «Qui la situazione è nettamente diversa da quella della sezione giudiziaria – dice Paula Beatriz Amadio – una sorta di “paradiso” rispetto al girone infernale dove i detenuti stanno ammassati in otto all'interno di una cella: la grata finestra esterna pare l'esposizione di un negozio sportivo con le scarpe da riposo di ognuno infilate l'una sull'altra verso l'aria».
Quando è morto per cause naturali un detenuto tunisino è arrivato subito il medico perché qui, grazie al 41bis, c'è una guardia medica 24 ore su 24. Ma non c'è stato nulla da fare. I compagni di cella in segno di lutto si sono astenuti dal cibo per due giorni. In una situazione di sovraffollamento di questo genere la capacità rieducativa del carcere è pressoché nulla. «Mi manca un anno per il fine pena – dice un detenuto – ma io da qui uscirò ancora più delinquente». Lamentano tempi biblici per un incontro con l'educatrice, l'unica che c'è mentre ce ne dovrebbero essere tre. E vorrebbero uno spazio più grande per fare del movimento all'aria aperta. Ora la preoccupazione degli operatori carcerari è il riflesso che avranno le nuove norme del decreto sicurezza sul sovraffollamento delle carceri italiane.
Gli agenti della polizia penitenziaria sono in condizioni precarie e grazie al loro spirito di servizio la situazione non diventa incandescente. QUESTA DOVREBBE ESSERE, SECONDO LA DESCRIZIONE, L'ATTUALE FISIONOMIA DI PIPPO CALO'
Da un anno e mezzo la struttura esterna accanto al carcere, lo spogliatoio per il personale, non ha più l'agibilità, forse in autunno inizieranno i lavori che dovrebbero durare un altro anno.
Il comandante Pio Mancini ha dato a disposizione la casa del comandante che non usa per far spogliare gli agenti. E gli è venuta un'altra idea per il campo di calcio, cioè per quello che resta. Visto che non ci sono fondi per riportarlo agli antichi “splendori”, quello spazio potrebbe essere utilizzato per realizzare un'isola orto florovivaistica, un progetto che potrebbe ottenere finanziamenti dall'Europa e potrebbe occupare i detenuti.
C'è una grande richiesta di lavoro da parte loro per racimolare qualche spicciolo, ma i fondi a disposizione della direttrice Lucia Di Feliciantonio sono più che spartani: vengono redistribuiti a rotazione tra i detenuti per lavori di manutenzione ordinaria della struttura. L'incontro con il capogruppo del Prc in Regione, Giuliano Brandoni, potrebbe aumentare le possibilità trattamentali con finanziamenti specifici.