Aborto, oggi si decide sulla pillola Ru486

Aborto, oggi si decide sulla pillola Ru486

Il via libera però non appare scontato

minorenni, mentre la riduzione di pari passo del ricorso ripetuto all'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) dimostra che l'aborto non è utilizzato come metodo contraccettivo.
Il dato negativo, invece, è che le ivg sono in crescita tra le donne immigrate. Questi i dati del fenomeno secondo la Relazione annuale del ministro della salute al Parlamento sull'attuazione della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Relazione illustrata oggi dal sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, alla vigilia di un pronunciamento atteso quanto costellato di polemiche: oggi, ha confermato il sottosegretario, l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) deciderà circa l'immissione in commercio anche nel nostro Paese della pillola abortiva Ru486. E della Ru si parla anche nella Relazione: nel 2007 è stata utilizzata in diverse strutture, sulla base di protocolli regionali, in 1.010 casi.
Ma Roccella conferma: "Sarebbero almeno 29 le morti tra donne in vari paesi a causa della Ru486" e sulla sicurezza di tale farmaco "persistono molte ombre". Altri due dati emergono poi dalla Relazione: la crescita esponenziale del numero dei medici obiettori di coscienza, che ha raggiunto un totale del 70%, ed il numero degli aborti clandestini che, secondo stime, si attesta sui circa 15.000.  

- 29 DECESSI IN VARI PAESI PER RU486, OGGI DECISIONE AIFA: oggi il Cda dell'Aifa valuterà l'immissione in commercio in Italia della pillola abortiva RU486, ma il via libera non è scontato, ha detto Roccella. Ci sono "ombre" sulla sicurezza del farmaco, ha aggiunto: Sarebbero almeno 29 i decessi registrati tra le donne secondo dati forniti dall'azienda produttrice, ha confermato Roccella, "ma tale dato non risulta però nei verbali del comitato tecnico scientifico dell'Aifa né dell'Autorità europea per i farmaci Emea".

- ABORTI IN CALO, TASSO ITALIA TRA PIU' BASSI IN OCCIDENTE: nel 2008 sono state effettuate 121.406 ivg (di cui circa 80 mila tra donne italiane), con un decremento del 4,1% rispetto al dato definitivo del 2007 (126.562 casi) e un decremento del 48,3% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all'ivg (234.801 casi). Inoltre, la percentuale di aborti ripetuti riscontrato in Italia è tra le più basse a livello internazionale, ed è pari al 26,9%.

- IVG DIMINUISCONO ANCHE TRA MINORENNI: Nel 2007 il tasso di abortività tra minorenni è risultato pari a 4,8 per 1000 (4,9 nel 2006), inferiore a quello di altri paesi. Per donne con meno di 20 anni, ad esempio, il tasso di abortività nel 2007 in Italia è stato di 7,5 per 1000, contro il 25 per 1000 in Inghilterra nello stesso anno, il 16,4 in Francia nel 2006, il 20,5 negli Usa nel 2004.

- MA ABORTI AUMENTANO TRA IMMIGRATE: Le ivg sono in crescita tra le immigrate, e specie tra quelle provenienti dall'Europa dell'est. Il numero degli interventi effettuato da donne con cittadinanza estera raggiunge nel 2007 il 32.2% del totale delle ivg (nel 2006 la percentuale era stata 31.6%), mentre nel 1998 tale percentuale era del 10.1%. Le ivg effettuate da cittadine straniere nel 2007 sono state 40.224, di cui 21.717 di donne provenienti dai paesi dell'Europa dell'est, e 6.825 effettuate da donne residenti all'estero e che hanno deciso di venire ad abortire in Italia.

- PIU' MEDICI-OBIETTORI, 70% NEL 2007: Aumenta l'obiezione di coscienza tra i medici italiani rispetto alle Ivg: i ginecologi obiettori sono infatti passati dal 58% registrato nel 2005 al 70% del 2007, con punte superiori all'80% in Lazio, Campania, Sicilia e Basilicata. "Nonostante si registri un aumento dell'obiezione di coscienza - ha detto Roccella - questo non sembra incidere sull'efficacia della legge: i tempi di attesa si sono infatti ridotti ed il 58% delle donne che abortisce lo fa entro 14 giorni dal rilascio del certificato e questo vuol dire che il servizio viene garantito nelle strutture pubbliche".

- ABORTI CLANDESTINI A QUOTA 15.000: La stima degli aborti clandestini in Italia è pari a 15 mila casi, la maggior parte dei quali si riferisce all'Italia meridionale, ed è relativa all'anno 2005.

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