Ambiente, fuorilegge il 18% dei fiumi delle Marche

Ambiente, fuorilegge il 18% dei fiumi delle Marche

La percentuale potrebbe salire al 63,9% entro il 2015

rischiando le sanzioni dell'Unione Europea. E' quanto emerge dall'annuale rapporto Arpam (Agenzia regionale protezione ambientale), elaborato da Legambiente Marche nell'ambito della campagna sulla qualità delle acque "Fiumi Informa Marche 2009", illustrata oggi ad Ancona dal direttore generale dell'Arpam Gisberto Paoloni, assieme al direttore tecnico Ferdinando De Rosa e a Leonello Negozi, della segreteria regionale di Legambiente. Tra i 28 fiumi analizzati, grazie a 60 stazioni di campionamento, e tre punti di prelievo sui laghi Gerosa, Fiastrone e Castreccioni, solo otto presentano moderati sintomi d'inquinamento: Burano, Candigliano, Fiastra, Fiastrone, Fluvione, Nera, Sentino e Tennacola. Tavollo, con un ambiente fortemente alterato, è quello in condizioni peggiori, mentre gli altri presentano un ambiente che va da inquinato a molto inquinato, con 11 stazioni fuori norma, che saliranno a 39 nel 2015 se la situazione non cambierà. Sul totale delle 63 stazioni monitorate, 14 (22%) non sono idonee alla vita dei pesci e riguardano i fiumi Aso di Montefiore dell'Aso e Pedaso, Conca di Sassofeltrio, Ete Vivo di Fermo, Foglia di Pesaro, Borgo Santa Maria e Ponte della Ferrovia, Nevola di Rosora e Senigallia, Aspio di Numana, Musone di Numana, Tavollo di Gabicce Mare, Tenna di Fermo e Porto Sant'Elpidio, e Tesino di Grottammare. Diminuisce invece il consumo di acqua per uso domestico nel 2007 rispetto al 2006 (dati Istat), passando da 171 a 167 litri al giorno. Il Comune che consuma di più è Pesaro, con 186 litri al giorno, mentre Ascoli Piceno è quello che consuma meno, con 146 litri giornalieri. Il 70% dei marchigiani è allacciato a un depuratore, 270 in tutto nella regione, di cui 190 destinati ad una popolazione di 2.000 abitanti. Pochissimi i fitodepuratori: tre nella provincia di Ancona, uno in quella di Macerata, e tre a Pesaro. Un numero da incrementare - è stato detto - per contrastare l'inquinamento derivato dal mancato convogliamento delle acque in quelli esistenti. Tra le proposte emerse oggi per migliorare la situazione: il completamento degli impianti di depurazione nelle zone costiere, abbinato ad una corretta gestione delle strutture, assieme alla realizzazione di vasche di prima pioggia, che raccolgano le acqua inquinate dopo lunghi periodi di siccità e al riutilizzo delle acque con predepurazione.