Coldiretti: olive greche spacciate per ascolane

Coldiretti: olive greche spacciate per ascolane

Sono alcuni dei prodotti scoperti nel porto di Ancona dai 1.500 agricoltori

industrie agroalimentari italiane, e ancora peperoni, meloni, fagiolini e frutta. Sono alcuni dei prodotti scoperti nel porto di Ancona dai 1.500 agricoltori della Coldiretti, che stamani hanno circondato lo scalo dorico per l'Operazione Verità, controllando allo sbarco dai traghetti tir carichi di prodotti alimentari da trasformare in falsi Made in Marche.
Secondo la Coldiretti, per ogni pagnotta fatta con grano marchigiano ce n'é quasi un'altra prodotta con grano dell'Ucraina, mentre aglio cinese e carciofi peruviani fanno normalmente concorrenza alle verdure locali su pizze e giardiniere. "Le industrie agroalimentari dicono di essere obbligate ad acquistare materie prime di 'qualita'' dall'estero perché il nostro prodotto non la garantisce in termini di proteine" ha ricordato il presidente di Coldiretti Ancona, Maurizio Monnati, "ma considerando che tra i primi Paesi esportatori figurano il Messico e l'Ucraina, dove norme sanitarie come quelle italiane non esistono, l'affermazione è poco credibile". Mentre l'obbligo di indicare indicare in etichetta l'origine della frutta fresca viene spesso disatteso per mancanza di controlli.
L'associazione agricola ha elaborato dati forniti dall'Agenzia delle Dogane di Ancona, scoprendo che dallo scalo marchigiano entrano ogni anno oltre 900 mila quintali di grano tenero proveniente dall'Ucraina, mentre 340 mila quintali di mais (più della metà della produzione marchigiana) arrivano da Serbia e Croazia. La soia per produrre olio di semi (circa 3,8 mln di quintali) viene importata invece dal Brasile. Transitano per il porto di Ancona per essere 'marchigianizzati' anche aglio e funghi cinesi, carciofi peruviani, castagne, ciliegie e fragole turche, carne neozelandese.