Giudici di pace in sciopero, adesioni al 90%

Giudici di pace in sciopero, adesioni al 90%

Protesta dovuta a precarietà e richiesta di potenziamento del personale

sciopero indetto dalle due organizzazioni rappresentative della categoria, l'Associazione nazionale e l'Unione nazionale. Il sostegno più massiccio alla protesta - secondo i primi dati raccolti da Alberto Rossi, segretario dell'Unione nazionale dei giudici di pace - c'é stato a Napoli, a Firenze e a Roma; in particolare nella capitale hanno incrociato le braccia 128 dei 130 magistrati in servizio. Uscire dalla condizione di precarietà, attraverso una riforma organica della categoria: questa l'istanza principale alla base della protesta dei giudici di pace, che non hanno assistenza per malattia, infortunio e maternità, sono retribuiti a cottimo e non possono contare sulla continuità del loro incarico (ad aprile del 2010 e nel 2012 decadrà la quasi totalità degli attuali gdp in servizio).
Sul piatto c'é anche la richiesta di potenziare il personale amministrativo dei loro uffici, "rimasto agli stessi livelli del 1995, nonostante da allora il carico di lavoro dei giudici di pace sia quintuplicato, passando dai 400mila ai 2 milioni di procedimenti l'anno", come spiega Rossi. E la situazione già difficile ("a Roma a causa della carenza di personale amministrativo ci vuole un anno per la pubblicazione di una sentenza e attualmente sono 100mila le decisioni in attesa di pubblicazione", dice ancora il segretario dell'Unione nazionale) sembra destinata a precipitare l'anno prossimo, visto che con l'attribuzione ai giudici di pace della competenza sul reato di clandestinità il carico di lavoro diventerà pari a "quasi 3 milioni di procedimenti l'anno".

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