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Stenosi carotidea, rischio di ictus e problemi cognitivi
La metodica è comparsa sulla rivista specializzata Neurology
ateromatosa lungo le pareti. È un fatto più frequente negli anziani, rilevabile con l’ecodoppler durante esami di routine. Un gruppo di neurologi dell’Università Politecnica delle Marche, studiando pazienti con stenosi superiore al 70% in assenza di sintomi, ha riscontrato problemi cognitivi in poco meno della metà dei casi. La scoperta deriva dall’abbinamento dell’ecodoppler a un test che si effettua trattenendo il respiro per pochi secondi: un sistema di screening dei pazienti a rischio di ostruzione carotidea. La metodica, una nuova frontiera nella lotta all’ictus, è stata messa a punto da ricercatori del Dipartimento di Neuroscienze dell’ateneo anconetano che ne hanno dimostrato l’efficacia sulla rivista specializzata Neurology.
“Il doppler transuranico - dice il professor Mauro Silvestrini, alla guida dell’équipe che ha condotto lo studio ed esteso l’articolo – consente la valutazione della ostruzione dei vasi arteriosi cerebrali, e di studiare la capacità di adattamento del circolo cerebrale in condizioni sfavorevoli. Il nostro test valuta le capacità di adattamento del flusso sanguigno alle modificazioni della concentrazione di anidride carbonica nel sangue: intendo dire che se il paziente trattiene il respiro per una trentina di secondi, in condizioni normali all’aumento dell’anidride carbonica nel sangue i vasi capillari cerebrali si dilatano e il sangue nelle arterie cerebrali aumenta. Il meccanismo compensatorio permette insomma al cervello di ricevere più sangue allorché sia meno ricco di ossigeno.
In presenza di una stenosi carotidea questo meccanismo può essere alterato: l’alterazione del sistema compensatorio, chiamata "riduzione della riserva vasomotoria" può predisporre all’ictus». Dopo questa rilevazione, precedentemente pubblicata dai ricercatori anconetani su Jama, ora nell’articolo uscito su Neurology gli stessi studiosi hanno dimostrato che l’alterazione della riserva vasomotoria intacca la funzionalità cerebrale.
Continua il professor Silvestrini: “In oltre l’80% dei soggetti con alterazione della riserva vasomotoria abbiamo riscontrato una significativa riduzione delle prestazioni cognitive dell’emisfero irrorato dalla carotide. La constatazione è significativa dal momento che in nessuno degli 83 pazienti studiati risultavano apparenti deficit, ma in 35 di essi era appunto alterato il sistema compensatorio”. Tale verifica dimostra l’urgenza della disostruzione, sia per ridurre il rischio di ictus che quello di deficit cognitivi.