/Porto di Ancona, chiesto rinvio a giudizio per Sturani e Galeazzi
Porto di Ancona, chiesto rinvio a giudizio per Sturani e Galeazzi
Il pg Gaetano Dragotto ha sollecitato anche il reato di malversazione
nazionale dell'Anci Fabio Sturani e del suo predecessore Renato Galeazzi, in relazione all'inchiesta sulla compravendita dell'area portuale ex Ccs, acquistata nel 2001 dalla società Anconambiente per 5,1 miliardi di vecchie lire. Il pg Gaetano Dragotto ha sollecitato il rinvio a giudizio dei due ex sindaci anche per il reato di malversazione, per un contributo regionale da 118 mila euro concesso alla Ccs per opere mai realizzate, ed ereditato con l'acquisto da Anconambiente. La medesima richiesta è stata formulata a carico dell'ex proprietario dell'area, l'imprenditore Alberto Rossi, di un altro amministratore della Ccs, Loris Onofri, e dell'allora presidente di Anconambiente Umberto Montanari. Il reato di malversazione cadrà in prescrizione a settembre, ma Montanari ha già rinunciato ad avvalersi della prescrizione. Per il funzionario regionale Sergio Strali, che non avrebbe vigilato sulla pratica del contributo, riemersa solo nel 2006, la procura generale ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso d'ufficio. Per Sturani, Galeazzi, Rossi e Onofri, il pg ha invece chiesto al gip (con uno stralcio), l'archiviazione per prescrizione del reato di corruzione. Ora si attende che il gup fissi l'udienza, e il giudice per le indagini preliminari decida sulla richiesta di archiviazione.
L'inchiesta, condotta dalla procura ordinaria ma poi avocata dal pg Gaetano Dragotto, ha terremotato la politica cittadina, contribuendo alle dimissioni anticipate di Sturani, mentre Galeazzi, ex parlamentare dei Ds, si è ricandidato alle elezioni del 6-7 giugno con una lista civica (espulso per questo dal Pd) senza superare il primo turno. Ai politici, gli inquirenti imputano di aver concusso Umberto Montanari per indurlo all'acquisto del lotto da 18 mila metri della ex Ccs nonostante l'area fosse a rischio di svalutazione. Operazione finalizzata a favorire Alberto Rossi, in cambio di contributi elettorali per 33.500 euro a Sturani, assunto anche da una società assicurativa riconducibile a Rossi, e dell' appoggio all'elezione di Sturani come favore indiretto alla cordata politica di GaleazzI.