Montefiore: arriva Bovella, la mortadella di bovino

Montefiore: arriva Bovella, la mortadella di bovino

I prodotti sono concepiti per ottimizzare l’animale anche a fine vita

Prepariamoci allora a gustare mortadelle ed insaccati di bovino, prodotti nuovi, esito della ricerca condotta dall’Università di Camerino in collaborazione con la Regione ed il supporto della Confederazione Italiana Agricoltori delle Marche ed Inrca,  i cui risultati sono stati presentati sabato23 maggio, nella giornata divulgativa organizzata a Montefiore dell’Aso. Risultati che rappresentano già in prospettiva un’importante svolta per moltissime imprese marchigiane, dal momento che, introducendo sul mercato nuovi prodotti derivati dalla carne bovina, si potrà ottimizzare l’intero ciclo di vita dell’animale e, al tempo stesso, risolvere l’antico problema – soprattutto economico -dello smaltimento della carcassa. 
Ecco allora che arriveranno presto sulle nostre tavole Bovella (mortadella di bovino), Magronella (variante della bresaola) e salami di bovino per ora ribattezzati semplicemente “Tipo Fabriano”, “Tipo Ciauscolo”, “Tipo Salame Rosa”, in attesa che il favore del mercato e il gusto  consumatori trovino un nome tutto loro. Per il momento c’è l’entusiasmo per i risultati incoraggianti delle 2 ricerche, condotte tra l’altro in tandem con l’Università di Bologna: il progetto “Recupero bovini a fine carriera” giunto ormai al terzo anno di attività, e il progetto “Latte bovino come alimento funzionale dell’Anziano”, quest’ultimo avviato nel giugno 2008 in collaborazione con l’Inrca con l’obiettivo di arricchire il latte di zinco fin dalla dieta degli animali e venire incontro alle esigenze di una popolazione che sta sempre più invecchiando.
Ancora una volta in prima linea nel supportare progetti di ricerca che valorizzino le produzioni marchigiane e ottimizzino al meglio le loro caratteristiche, la Confederazione Italiana Agricoltori delle Marche, con le imprese agricole associate che hanno offerto il supporto “pratico” alla sperimentazione: “Siamo sempre attenti – dice Carlo Carletti, tecnico Cia Marche – ad inziative che possano favorire lo sviluppo economico e il reddito del nostro settore primario e la promozione delle produzioni locali: i prodotti concepiti da queste ricerche sono marchigiani al 100 per cento e possono essere una grande opportunità”.
“I risultati che presentiamo – ha aggiunto Carlo Renieri, Direttore dipartimento scienze ambientali dell’Università di Camerino – sono molto positivi, perché possono portare sia a dei vantaggi di tipo economico, per le imprese agricole che possono finalmente utilizzare tutte le parti del bovino, sia di tipo alimentare, perché i consumatori troveranno prodotti più magri e più salutari”.

Argomenti