L'Amministrazione Comunale del paese romagnolo ha trasformato la discarica in una miniera doro
il Sindaco Enzo Baldazzi e l’assessore dell’Ambiente Cesare Bergamaschi.
Sogliano al Rubicone è un piccolo paese dell’Emilia Romagna ai confini con le Marche di circa tremila abitanti, contornata da colline e splendidi paesaggi, famosa anche per il formaggio di Fossa. Noi non siamo rimasti attratti né dai suoi paesaggi ne tanto meno dal formaggio, bensì che a Sogliano l’Amministrazione Comunale, che attualmente detiene il 70% della proprietà della Sogliano Ambiente, è riuscita a trasformare la discarica in una miniera d’oro.
Ci vorremo far raccontare da quei due signori sopra citati come ci sono riusciti, perché alla fine del ciclo della gestione dei rifiuti il comune di Sogliano ricava dalla discarica una cifra che si aggira intorno agli undici milioni di euro all' anno, su un bilancio totale del comune di tredici. La discarica è pressoché invisibile ed è una delle più grandi d'Italia! I camion arrivano la mattina, sigillati, conferiscono i rifiuti, pagano e il comune incassa (circa cinque milioni di euro all' anno). La spazzatura viene depositata in circa duemila metri quadri che vengono «coltivati» ogni giorno, compattati e ricoperti il pomeriggio stesso cosicché nessun odore se ne possa andare in giro per la valle. Ginestreto 1 questo è il nome della discarica è costruita in un invaso naturale chiuso e sigillato con doppi strati di teloni in modo che né il pattume né il percolato prodotto possano venire in contatto con il terreno. A questo punto l'immondizia, inizia a fare il suo lavoro: da una parte produce percolati che vengono raccolti e mandati a depurare in impianti specializzati, dall' altra produce il biogas che con una spolveratina diventa subito metano pronto per produrre energia elettrica che il rivende all'Enel per altri cinque milioni di euro all' anno. Il gas viene tra l'altro estratto da sotto terra perché la discarica è mantenuta in depressione in modo che all' aperto non esca nulla, né il gas né i cattivi odori.
Noi andiamo per imparare, per rafforzare la nostra convinzione che le alternative agli inceneritori esistono davvero, per riportare una esperienza e comunicarla ad Ascoli. Perché se è vero che esiste un’Italia che concepisce lo spazio pubblico in funzione di un vantaggio personale, in cerca di scorciatoie, di protezioni clientelari e che non rispetta le regole, dall’altra parte c’è anche un Paese diverso, che preme per il cambiamento. Purtroppo però questa Italia troppo spesso è invisibile e non trova spazio nei mass media. Noi andiamo perché crediamo che mostrare come tante persone oneste non solo nella società civile, ma anche nelle istituzioni, lottano per un’Italia migliore, incoraggi quanti non hanno ceduto alla rassegnazione e sognano di cambiare il Paese piuttosto che di cambiare Paese. Presentare solo e sempre l’albero che cade ha portato molti a pensare che non resta altro che fare il taglialegna. Noi invece speriamo con questo viaggio di tornare arricchiti e raccontarvi la foresta che cresce.
Abbiamo invitato anche la parte politica della nostra città, ma per adesso abbiamo avuto solo che complimenti per l’iniziativa o silenzio assoluto.
Invitiamo pertanto tutti coloro che sono interessati a condividere con noi questa esperienza, a venire con noi, per chi volesse può telefonare al numero: 339 2670628».