Benedetto XVI: "I popoli di questa terra possano vivere insieme in pace ed armonia"
autorità israeliane che “vi sia pace durevole tra ebrei e palestinesi”. Nella maggior parte dei suoi discorsi, il Papa ha sempre ribadito la posizione del Vaticano favorevole alla costituzione di due Stati. Mercoledì 13 maggio a Betlehem, Ratzinger accolto dal Presidente palestinese Mahmoud Abbas alias Abu Mazen davanti ad una grande folla, ha pronunciato un discorso nel quale ha detto chiaramente che “la Santa Sede appoggia il diritto del suo popolo ad una sovrana patria Palestinese nella terra dei vostri antenati…entro confini internazionalmente riconosciuti”.
Nel pomeriggio il Papa, in visita presso uno dei campi profughi palestinesi dove convivono musulmani e cristiani, parlando del muro che divide gli ebrei dai palestinesi, ha pronunciato dure parole:”in un mondo in cui le frontiere vengono sempre più aperte,è tragico vedere che vengono tuttora eretti dei muri…..preghiamo perché finiscano le ostilità che hanno causato la costruzione di questo muro!”. Congedandosi da Abu Mazen ha rafforzato il suo pensiero dicendo “i muri si possono costruire con facilità,ma noi tutti sappiamo che essi non durano per sempre,possono essere abbattuti….vi assicuro che coglierò ogni opportunità per esortare coloro che sono coinvolti nei negoziati di pace a lavorare per una soluzione giusta che rispetti le legittime aspirazioni di entrambi,Israeliani e Palestinesi”.
Giovedì recatosi a Nazareth presso il Monte del Precipizio ha celebrato la Messa,quindi si è incontrato con il Patriarca Greco-ortodosso Teofilo III e subito dopo ha visitato la grotta dell’Annunciazione sostando in preghiera.
Venerdì, di prima mattina,Benedetto XVI si è recato nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme luogo,secondo la tradizione,della crocifissione, della sepoltura e della resurrezione del Cristo.
Alle 11,15 Papa Ratzinger si è trasferito nella Chiesa Patriarcale Armena di Gerusalemme, che ha sede nel monastero di San Giacomo accolto dal Patriarca Torkom II Manoukian.Nel suo discorso ha ricordato che:”fin dai primi secoli cristiani la comunità Armena di Gerusalemme ha avuto una illustre storia ….con uno straordinario rifiorire di vita e cultura monastica”.Infatti i rapporti tra gli armeni e Gerusalemme risalgono all’epoca romana. Sin dal 301 d.C. e cioè dodici anni prima dell’editto di Costantino, l’Armenia divenne il primo regno che abbracciò il cristianesimo come propria religione. Nel quarto secolo San Girolamo ci dice di pellegrini armeni che giungevano numerosi a Gerusalemme. Nei secoli successivi sorsero in tutta la regione molti monasteri armeni.Fu nel Concilio di Calcedonia del 431 sulla questione teologica della natura di Gesù che avvenne lo scisma tra la Chiesa apostolica armena e le altre chiese orientali. Nel 1187 quando Saladino sconfiggendo i cavalieri crociati riconquistò Gerusalemme,ebbe grande riguardo per la comunità armena, questi infatti furono esentati dal pagamento di una tassa imposta a tutti gli” infedeli”.
Venerdì pomeriggio Benedetto XVI ha lasciato la Terra Santa.
Al termine del Suo pellegrinaggio,possiamo dire che i suoi discorsi sono stati improntati alla ferma condanna dell’antisemitismo ma anche alle sofferenze dei popoli della Cisgiordania.Ha stretto le mani di ebrei,musulmani, cristiani,drusi,è entrato in due moschee rafforzando il reciproco rispetto con l’islam,ha ribadito il valore del vincolo che unisce i cristiani con gli ebrei richiamandosi al fatto che “il credente si eleva al piano più alto quando ci si viene illuminati dalla luce della verità dell’Unico Dio”. Con il suo viaggio ha dato speranza ai cristiani invitandoli a restare in Terra Santa per testimoniare la forza del vangelo.”Un futuro di pace può sorgere” è il messaggio conclusivo di Benedetto XVI che auspichiamo possa essere raccolto da “tutti gli uomini di buona volontà”.