Il governo israeliano per l’occasione, ha mobilitato oltre 70 mila tra agenti di polizia ed altre forze di sicurezza.Il quotidiano locale Haaretz ha rievocato il ricordo di quando Giovanni Paolo II nel 2000 visitò Israele mettendo a confronto i due Papi. Il primo, scrive il giornale, si trovava a suo agio tra le persone,l’attuale è “uomo di libri”, conosce bene i nodi politici della visita, ed auspica la soluzione di due stati che abbiano lo stesso diritto alla sovranità ed alla sicurezza. Il Papa è stato accolto all’aeroporto, dal Presidente dello Stato d’Israele Shimon Peres e dal Primo Ministro Benjamin Netanyahu. All’arrivo ha ricordato che:”…il popolo ebraico ha sperimentato le terribili conseguenze di ideologie che negano la dignità della persona umana. E’ giusto e conveniente che io abbia l’opportunità di onorare la memoria dei sei milioni di Ebrei vittime della Shoah…l’umanità non abbia mai più ad essere testimone di un crimine di simile enormità”. Lunedì pomeriggio il Santo Padre si è recato al Memoriale di “Yad Vashem”monumento alla Memoria dell’Olocausto contenente urne con le ceneri di vittime dei vari campi di concentramento. Alla presenza del Presidente dello Stato d’Israele ha acceso la fiamma perpetua ha deposto una corona di fiori rivolgendo ai presenti un messaggio ”…sono profondamente grato a Dio ed a voi per l’opportunità che mi è stata data di sostare qui in silenzio:un silenzio per ricordare, un silenzio per pregare,un silenzio per sperare”.
Nella residenza di Shimon Peres Benedetto XVI ha avuto un breve incontro con i genitori del soldato Noam Shalit prigioniero di Hamas a Gaza dal giugno 2006,i quali hanno chiesto il Suo intervento per facilitare la liberazione del figlio.
Nel tardo pomeriggio di lunedì, il Papa ha incontrato nell’Auditorium “Notre Dame of Jerusalem”, esponenti delle varie religioni presenti in Terrasanta, cristiani, ebrei, musulmani, drusi, samaritani.
E’ qui che è stato sfiorato l’incidente interreligioso. L’incontro si è infatti interrotto quando lo sceicco Tyssir Attimini , prendendo il microfono per un intervento non previsto dal protocollo, ha cominciato ad inveire contro Israele ed i “suoi crimini”. Parlando in arabo il Papa lo guardava senza comprenderlo. Dicono fonti del governo israeliano ”una vergogna che ferisce il Papa”. Ha fatto seguito una nota vaticana di Padre Lombardi che ribatte:”ci si augura che questo incidente non comprometta la missione del Papa diretta a promuovere la pace ed il dialogo tra le religioni”.
Ieri Benedetto XVI si è recato al Muro del Pianto,simbolo dell’ebraismo a Gerusalemme,quindi ha visitato la Spianata delle Moschee nelle cui vicinanze, poco prima, la polizia aveva fermato una decina di attivisti islamici. Si è poi trasferito alla Cupola della roccia il terzo luogo più sacro al mondo per l’Islam dove ha pregato Maometto. E’ la prima volta che questo luogo,venerato fin da quando il califfo Omar giunse in questa zona nel 638 d.C., viene visitato da un pontefice. Entrando nella Cupola Benedetto XVI si è tolto le scarpe ed ha invitato i credenti a “superare conflitti ed incomprensioni”. Il Mufti di Gerusalemme, che lo ha accolto, ha chiesto al Papa di adoperarsi attivamente affinché “cessi l’aggressione israeliana contro i palestinesi”.
Il Papa si è recato successivamente nel luogo detto Il Cenacolo dove secondo la tradizione Gesù cenò con i Suoi discepoli. Ha tenuto un discorso agli ordinari di Terrasanta, “le autorità rispettino e sostengano la presenza cristiana”.
Ricordiamo che i cristiani in Israele e nei territori Palestinesi sono circa 130.000 su una popolazione di sette milioni di persone e sono presenti con oltre 190 centri di istruzione primaria, secondaria ed universitaria, gestiscono 11 ospedali,10 ambulatori,case per anziani orfanotrofi ed asili nido aperti a tutte le confessioni.
Il viaggio del Papa prosegue oggi con la visita a Betlemme.