Siglato l'accordo da 5 milioni di euro per il trasferimento delle infrastrutture
al Piceno Consind mentre il restante 60 per cento sarà pagato all'ente entro un mese. Si trattava del problema dei problemi e il commissario Rossi lo ha risolto nel giro di un mese a fronte di una trattativa serrata e tutt'altro che semplice.
Il superamento di questo scoglio permette al Piceno Consind di guardare con maggiore serenità all'ulteriore percorso di risanamento che nei prossimi giorni vedrà l'incontro con la Picena Depur per la soluzione del debito pregresso.
Ma questo passaggio non dovrebbe rappresentare una barriera insormontabile visto che già in passato, sotto la presidenza di Domenico Re, si erano studiate forme di rateazione per un piano di rientro nei confronti della società che fatturava il servizio di depurazione. Quindi il Consind si avvia verso quella prospettiva di nuova configurazione che la Regione Marche e i suo presidente Gian Mario Spacca richiedevano da tempo.
La nuova filosofia, rappresentata in un'occasione presso il Cit Spa anche dall'assessore con delega al Piceno Sandro Donati, non vuole più carrozzoni pubblici mal funzionanti. E' un fatto che il presidente Spacca abbia individuato nel presidente della Provincia Massimo Rossi la figura ideale per poter conseguire un risultato positivo nella ristrutturazione del Consind, evidentemente apprezza le sue capacità amministrative, lo ha affermato più volte in pubblico.
Ecco perché i cittadini del Piceno voteranno per Massimo Rossi nella prossima tornata elettorale. Gli elettori sceglieranno, come ha già anticipato non dal giornale di Rifondazione Comunista, ma da Il Sole 24 Ore di Confindustria, il presidente di Provincia più amato delle Marche perché crede con passione nella buona politica e opera per la propria comunità senza risparmiarsi.
Non è un caso che arrivino 30 milioni di euro per la riconversione della Sgl Carbon. Rossi è stato un mastino ai fianchi del sindaco Piero Celani, nonostante questo progetto fosse avversato sia nel centrosinistra dall'attuale onorevole Luciano Agostini, sia dal collega dell'Udc Amedeo Ciccanti. Rossi non ha fatto altro che inanellare percorsi virtuosi finché glielo hanno permesso.
Non è un caso che il Tar delle Marche abbia respinto il ricorso sulla divisione della provincia, l'ennesimo strumento elettorale per creare problemi a chi svolge con solerzia, indenne da interessi personali, il lavoro che ogni amministratore pubblico che si rispetti dovrebbe fare, soprattutto in un periodo di crisi estrema.
Rossi si è trovato sul tavolo una divisione delle province già decisa dal parlamento e ha operato rispettando ciò che la legge imponeva. D'altro canto Rifondazione Comunista al tempo dell'istituzione della Provincia di Fermo era stato l'unico partito ad astenersi, tutti gli altri, compreso l'Udc dell'on. Ciccanti aveva votato a favore.
E se poi si andassero a verificare i verbali delle commissioni parlamentari del tempo si potrebbero verificare anche alcune grosse bugie raccontate da qualche fiero parlamentare ascolano.
Tutti qui i motivi per i quali il 6 e 7 giugno il presidente della Provincia Massimo Rossi sarà nuovamente votato in modo plebiscitario: fa le cose, le riesce a fare in tempi brevi, snobbando i tempi lunghi della politica con la p minuscola che vive proprio sulle lentezze e sulle laute prebende pagate giustappunto per l'andamento lento.