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Pediatria, l'intervento chirurgico non fa più paura
Già 20 bambini hanno affrontato l'esperienza della sala operatoria con il sorriso
del San Salvatore. Un progetto nuovo elaborato dall'associazione “Abio” (presente in reparto dal 2001) in collaborazione con “Ridere per Vivere” e “Handicap & Arte”, con la supervisione del primario dell'unità operativa Leonardo Felici. L'iniziativa, che ha già coinvolto 20 piccoli pazienti dall'inizio dell'anno, è rivolta ai bambini dai 4 ai 12 anni in attesa di intervento alle tonsille o alle adenoidi (circa 80 ogni anno); l'obiettivo è quello di intervenire sulle ansie pre e post operatorie del paziente attraverso la conoscenza di ambienti, persone e strumenti diagnostici e terapeutici che incontrerà nel momento dell’ingresso in sala operatoria. Con tecniche di contenimento emotivo, il bambino e il genitore hanno la possibilità di adattarsi agli spazi ospedalieri. Per rendere l'esperienza del “Viaggio nel pianeta addormentato” ancora più convincente, sono stati coinvolti attivamente nel progetto gli studenti del Liceo Mamiani ad indirizzo psico-socio-pedagogico ed i ragazzi dell'istituto d’arte “Mengaroni”.
“Esiste una similitudine tra il Viaggio nel pianeta addormentato e l'esperienza dell'intervento chirurgico – spiega la coordinatrice dell'iniziativa Silvana Buzzai –: per tutti i piccoli pazienti che affrontano per la prima volta la sala operatoria si tratta di un viaggio verso l’ignoto. Anche se i genitori lo raccontano, spesso lo fanno in modo approssimativo e con la carica emotiva che loro stessi hanno. Avere la possibilità di conoscere e sperimentare sotto forma ludica, nel modo più consono e controllabile dai bambini, tutto ciò che poi incontreranno di nuovo nella fase pre-operatoria e al risveglio, permette di affrontare con maggior sicurezza e tranquillità la nuova situazione. Questo vale anche per i genitori, i quali assistendo all’attività dei loro figli, hanno l’occasione di conoscere in modo più preciso le fasi della preparazione all’intervento e saranno poi in possesso di strumenti utili per trasmettere a loro volta maggiore tranquillità ai bambini, nonchè abituarsi alla nuova esperienza e acquisire sicurezza".
Vediamo nel dettaglio le tre fasi del progetto. Nella giornata del pre-ricovero, genitori e bambini vengono invitati nella sala giochi allestita con la scenografia della storia curata dagli allievi dell’Istituto d’Arte Mengaroni e con l’ausilio del pupazzo Teo manipolato dai volontari Abio. Il bambino inizia il suo viaggio misurandosi con la struttura ospedaliera e con gli strumenti chirurgici. Intanto, durante il racconto, gli allievi del Liceo Mamiani ad indirizzo psico-socio-pedagogico osservano le risposte dei bambini e dei genitori.
La seconda fase riguarda il giorno dell'intervento: i clown-nauti (clown-dottori), i dottor-sbarella (ausiliari) con Teo (volontario Abio) e i genitori accompagnano il piccolo in sala operatoria sull’astro-diligenza (più comunemente chiamata lettiga). Il clown-nauta verifica e relaziona l’effetto emotivo al momento del risveglio del piccolo paziente e lo riaccompagna in stanza per il "viaggio di ritorno".
Nella terza e ultima fase, con il supporto dell'arte-terapista di “Handicap&Arte”, viene rielaborata l'esperienza attraverso attività grafiche e giochi con il corpo; in questo modo si creano le giuste condizioni per arrivare alle dimissioni del piccolo paziente e per valutare i risultati che il progetto restituisce in termini di efficacia ed utilità.