Ascoli, pericolosa la rotatoria di Via Napoli

Ascoli, pericolosa la rotatoria di Via Napoli

«Uno dei dossi è diventato un trampolino potenzialmente mortale»

Pochi mesi fa sono stati conclusi i lavori per la costruzione della rotatoria all'inizio di Via Napoli per favorire il flusso del traffico.
A parte la dubbia utilità, ma quella magari non spetta a me stabilirla, vorrei invitarvi ad andare a vedere in che condizioni versa il dosso costruito per far rallentare i veicoli in prossimità della rotonda.
Quello in direzione Via Napoli è diventato un trampolino potenzialmente mortale. Sono passati pochi mesi dalla conclusione dei lavori ed è già praticamente distrutto e pericolosissimo, mi è venuto il dubbio che, dal momento che per finirlo hanno aspettato mesi perchè erano finiti i soldi, non vorrei che fosse stato fatto con strumenti e materiali discutibili poiche non è normale che sia ridotto cosi poco dopo essere stato completato».
E sullo stesso argomento interviene l'associazione Amici della bicicletta: «E’ strano per non dire impossibile che nessun impiegato o funzionario comunale si sia accorto dello stato in cui versa il nuovo passaggio pedonale rialzato ubicato presso la rotatoria di via Napoli. Se è vero che il suo completo dissestamento raggiunge lo scopo di rallentare ulteriormente le auto, è pur vero che costituisce un serio pericolo per i pedoni che vi transitano.
Quello che fa più rabbia, è che questo passaggio pedonale è il primo e l’unico realizzato in città con materiale giustamente diverso dal semplice asfalto, come invece lo sono tutti gli altri,  ma evidentemente la ditta incaricata non ha eseguito alla perfezione il lavoro. 
Sul lungomare di San Benedetto del Tronto da anni sono stati piazzati tanti passaggi pedonali rialzati simili, realizzati con pietre piuttosto che con asfalto, eppure in nessuno si è verificato un simile dissesto nel giro di poco tempo, come invece succede da noi.
In caso di incidente, chi pagherà il danno? Come al solito noi, cittadini rassegnati a questa sciatteria dilagante».