Terremoto, L'Aquila declassata come zona sismica

Terremoto, L'Aquila declassata come zona sismica

«Applicate le stesse norme di luoghi dove il terremoto non rappresenta un grave pericolo»

classificata nella zona due, cioè di media pericolosità, nella Carta della classificazione sismica: «Qualcuno dovrà spiegare agli abruzzesi perché».Lo ha dichiarato Emanuele Tondi, geologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Camerino, intervistato anche dal nostro quotidiano lo scorso 9 aprile, in un seminario tenuto agli studenti di Scienze geologiche sul sisma aquilano.
Nella Carta della pericolosità sismica, (redatta nel 2004 dall'Ingv e pubblicata nel 2005), ha spiegato, «si vede chiaramente che la zona assiale dell'Appennino, al centro della quale si trova proprio L'Aquila, è una delle zone della penisola più pericolose da un punto di vista sismico».
Dalla Carta della pericolosità sismica deriva la Carta di classificazione sismica (dal 1998 di competenza regionale), strettamente correlata alle norme tecniche di costruzione in zone sismiche. Attraverso criteri stabiliti da una legge nazionale, la Carta individua quattro zone che raggruppano le diverse aree di pericolosità sismica: la zona uno (di colore viola nella Carta della pericolosità sismica) è la più pericolosa: e tutta l'area dell'Italia centrale dovrebbe figurare in zona uno. Ma, ha osservato il geologo, «inspiegabilmente, la Carta posiziona L'Aquila in zona due quando in realtà la pericolosità è elevata. Questo ha fatto sì che lì per costruire edifici siano state e vengano tuttora utilizzate le stesse norme tecniche applicate in città nelle quali il terremoto non rappresenta un grave pericolo».

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