Piazza S.Pietro, addobbi floreali per Pasqua

Piazza S.Pietro, addobbi floreali per Pasqua

Il Papa ha inviato un messaggio all’Arcivescovo aquilano Giuseppe Molinari

pellegrini provenienti da tutto il mondo per la Santa Messa nel giorno della Pasqua di Risurrezione.Si tratta del contributo annuale di fiori che il popolo olandese  da 24 anni offre ai pontefici romani.  L’idea nacque nel 1985 quando Papa Giovanni Paolo II visitò l’Olanda. Un fiorista di Leida prese l’iniziativa di riempire di fiori il palco ove il Papa doveva parlare.
La sua iniziativa venne molto apprezzata e venne offerto ai fioristi olandesi di andare a Roma ogni anno per curare l’addobbo nel giorno di Pasqua.Il bianco ed il giallo sono i colori della bandiera papale e rappresentano la chiave d’argento e quella d’oro di San Pietro che simboleggiano il potere terrestre e quello celeste.Anche il  5 aprile,nella Domenica delle Palme i giardinieri vaticani avevano addobbato l’altare di piazza San Pietro con Parmureli, foglie di palma intrecciate  provenienti dalla Riviera dei Fiori, che,in questa giornata, ricordano l’ingresso trionfale di Gesù nella città di Gerusalemme,  accolto da una folla di gente semplice e di fanciulli che salutavano  con in mano palme ed ulivi in segno di gioia e pace. La tradizione vuole che le palme,in Vaticano,  debbano giungere esclusivamente dalla Riviera dei Fiori per un fatto avvenuto nel 1586. In quell’anno Papa Sisto V, originario di Grottammare (AP), incaricò l’architetto Domenico Fontana di collocare in Piazza San Pietro il gigantesco obelisco egizio trasportato a Roma da Caligola nel 39 d.C. Operazione ardita per quell’epoca considerato che è alto 26 metri e pesa ben 350 tonnellate. Per l’operazione vennero impiegati novecento operai,centoquaranta  cavalli e quarantaquattro argani. Al momento di issare l’obelisco, per espressa disposizione del Papa, chiunque avesse osato “proferir verbo” durante la delicata operazione sarebbe stato condannato alla pena di morte. Ad un certo punto l’obelisco vacillò pericolosamente, le funi con cui si stava sollevando il monolite erano prossime al punto di rottura. Fu allora che il capitano sanremasco Bresca, incurante della pena di morte certa gridò “Aiga ae corde”- acqua alle corde – L’imperioso consiglio del marinaio ligure venne immediatamente accolto dagli ingegneri vaticani consentendo di portare a termine l’impresa. Sisto V non punì l’audace capitano  ma per compensarlo accordò a lui ed ai suoi discendenti il privilegio di poter inviare i “parmureli”per le feste pasquali in San Pietro. Da allora le città di Sanremo e Bordighera offrono al Papa le palme.
Quest’anno la tragedia del terremoto in Abruzzo ha sconvolto quella che poteva essere una festa per tutti: la risurrezione del Cristo.
Il Papa Benedetto XVI ha manifestato il suo dolore inviando  un messaggio all’Arcivescovo de l’Aquila Giuseppe Molinari che dice:”In momenti come questi , fonte di luce e di speranza resta la fede,che proprio in questi giorni ci parla della sofferenza del Figlio di Dio.La sua passione la sua morte e la sua resurrezione siano per tutti sorgente di conforto ed aprano il cuore di ciascuno alla contemplazione di quella vita in cui non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno perché le cose di prima sono passate.”
Un messaggio di speranza per ricominciare a credere nel futuro.

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