Crincoli cita a giudizio per truffa Scarpis e altri 5 imputati

Crincoli cita a giudizio per truffa Scarpis e altri 5 imputati

Scaramucci scrive dal 2004 che il dissesto di Vitawell era dovuto all’acquisto della Jean Klebert

Dopo una serie di incisive istanze ed azioni degli avvocati Francesco Voltattorni e Sara Pagnoni, la Procura di Ascoli Piceno, nella persona del Procuratore Capo facente funzioni Dott. Adriano Crincoli, ha disposto con un nuovo decreto di citazione diretta a giudizio emesso in data 02 Aprile 2009 e già notificato ai sei indagati, l’inizio del processo per truffa aggravata ai danni di Mauro Scaramucci e di Vitawell.
Mauro Scaramucci aveva sempre sostenuto che la causa del dissesto del suo Gruppo fosse stato l’acquisto effettuato dai suoi soci (Fineco Capital) da parte di Vitawell, del Gruppo J Klebs di Ferrara (all’epoca controllato da questi ultimi) che aveva provocato devastanti ed irreparabili danni al Gruppo Vitawell. Il provvedimento della Procura coinvolge in pieno, tra gli altri, Stefano Scarpis, illustre personaggio della finanza milanese, già membro dell’Associazione Italia Fondi d’Investimento, presidente ed azionista della Alto Partners Srl e dellasocietà di gestione risparmi Alto Partners SGR SpA (a cui fa riferimento il fondo Alto Capital II), consigliere di amministrazione della Monviso SpA e della Rancilio Macchine per Caffè SpA; ed Alessandro Marina, amministratore della Coccinelle SpA (appartenente al gruppo Burani) e consigliere di amministrazione della Centrale del Latte di Torino & C SpA (società quotata in borsa) e della Panatrade SpA (appartenente al gruppo Panati di Montecatini Terme)
La Procura nel decreto di citazione diretta a giudizio testualmente scrive in merito all’acquisto del Gruppo J Klebs da parte di Vitawell, riferendosi al comportamento degli uomini di Fineco Capital: ”…… Nel garantire, contrariamente al vero, solidità, dinamicità e lusinghiere prospettive di sviluppo del gruppo di aziende della J Klebs anche con la presentazione di bilanci (del 2000, consuntivo del 2001, di prechiusura del 2002) sostanzialmente falsi per la rappresentazione di volumi di affari, ricavi e utili fittizi, giacenze di magazzino 1
fittizie e ipervalutate, occultamento di perdite; dati comunque tali da dissimulare lo stato di criticità del gruppo; nel valersi lo Scarpis, il Visioni, il Basilico e il Marina dell’affidamento fiduciario nei loro confronti dello Scaramucci quali consulenti i primi due e rappresentanti il terzo e quarto, apparentemente seri e autorevoli del Fondo Fineco Capital S.C.A. socio al 34,5% della S.P.A. Vitawell e nel garantire in tale veste che l’operazione avrebbe arrecato soltanto positivi benefici al gruppo Vitawell e al fondo; nell’assicurare che il contratto strutturalmente redatto quale negozio di vendita di azioni della S.P.A. J Klebs, avrebbe in realtà dissimulato un’operazione di fusione della holding Vitawell atteso che l’ammontare del prezzo di acquisto sarebbe stato interamente coperto da Fineco Capital S.C.A. mediante un corrispondente aumento di capitale della S.P.A. Vitawell (condizione non realizzata); determinando, con tale condotta, danno patrimoniale di rilevante gravità per la S.P.A. Vitawell e le società da questa controllate per i conseguenti rilevanti oneri economici derivanti dall’ammontare delle passività e delle perdite del gruppo J Klebs…..”.
Inoltre la Procura contesta in particolare a Stefano Scarpis ed a Mario Visioni, in merito al ruolo svolto nella vicenda, di essere stati: “….. quali esponenti di Alto Partners Srl, società ideatrice e realizzatrice di una serie di operazioni relative alle citate società …..” ed al solo Stefano Scarpis “……. anche quale amministratore di fatto delle società J Klebs, Jean Klebert, Development Capital SCA e, a far data da maggio del 2002, della Vitawell SpA .….”.
Nel contempo, come se non bastasse quanto dichiarato dalla Procura, dalla Relazione ex art. 33 del Curatore Fallimentare di J Klebs, si legge testualmente alla pagina 69: “ …. Una delle realtà (Jean Klebert n.d.r.) più problematiche del gruppo…. OMISSIS ….. in particolare sulla Jean Klebert si rilevava una situazione finanziaria e debitoria particolarmente pesante e che non appariva sostenibile con la redditività tipica del business, a meno di operazioni straordinarie…. OMISSIS …..il limitato risultato operativo di Jean Klebert e il suo rilevante livello di indebitamento netto al 31.12.2001, pari a 16 milioni di euro, costituivano un elemento problematico per il finanziamento dei rilevanti investimenti previsti ……OMISSIS… la proprietà non aveva mai fornito i dettagli, da noi ritenuti necessari, circa la struttura ed il prezzo della transazione che avrebbe portato il gruppo Jean Klebert sotto il controllo di Vitawell…..”.
E nella Relazione ex art. 33 del curatore di Vitawelll, si legge testualmente alla pagina 86: “.... se tale circostanza fosse adeguatamente tempestivamente segnata in Vitawell, avrebbe determinato una perdita secca di 31,933 milioni di euro nel bilancio della stessa chiuso al 28 febbraio 2003, con il conseguente ed inevitabile fallimento…”.
Mauro Scaramucci ha dichiarato: “Sono soddisfatto che, seppur molto lentamente, la verità stia venendo a galla. E’ arrivato il momento che siano chiare a tutti quali siano state le cause e quali gli effetti del dissesto del Gruppo Vitawell dove sono morti con me ed il mio gruppo, oltre 900 posti di lavoro. Sono veramente stanco di dover continuare a giustificare comportamenti certamente sbagliati che ho dovuto assumere soltanto per continuare a sperare di far vivere ancora uno dei miei figli, ovvero la mia azienda alla quale avevo dedicato venti anni di lavoro ininterrotto. Concludo dicendo che non ci voleva molto a verificare lo stato patrimoniale mio e della mia famiglia e comprendere che da questa vicenda ne siamo usciti completamente massacrati, ed era quindi facile comprendere chi avesse il reale interesse a non far emergere i devastanti danni subiti da Vitawell dall’acquisto del Gruppo J Klebs”.