/Amianto, vittoria milionaria per sette ex marinai
Amianto, vittoria milionaria per sette ex marinai
LInps dovrà risarcire 210 mila euro agli ex marittimi
del Tribunale di Pesaro - avranno finalmente diritto ad un risarcimento milionario da parte dell’Inps che dovrà reintegrare le loro pensioni. Il motivo? Per molti anni questi sette marinai pesaresi (per un ottavo la causa è ancora in corso), sono stati imbarcati su navi piene di amianto, sostanza la cui nocività è stata da tempo svelata e riconosciuta scientificamente, dunque esposti per lungo tempo e senza protezione alcuna agli effetti terribili di quella sostanza.
La vicenda è iniziata nel 2002 quando gli ex marittimi, alcuni dei quali con seri problemi di salute - attraverso il Patronato Epasa della CNA di Pesaro - hanno deciso di avviare le pratiche per poter usufruire dei benefici previsti per i lavoratori esposti all’amianto (legge 257 del 1992).
“E’ stato proprio nel 2002 - racconta la responsabile provinciale del Patronato, Stefania Santini - che si sono presentati ai nostri uffici questi ex marinai. Sono arrivati in CNA, dopo un lungo pellegrinaggio in vari uffici dove non avevano trovato ascolto”.
E’ stato a questo punto che il patronato Epasa della Cna si è fatto carico della vicenda raccogliendo tutta la documentazione necessaria ed inoltrando le prime richieste agli enti preposti al rilascio della certificazione per ottenere i benefici previsti dalla legge: Ipsema ed Inail. Spettava infatti a questi due istituti il primo riconoscimento; d’altro canto l’INPS - l’ente che per legge è indicato a risarcire in questi casi - senza una precisa dichiarazione di esposizione a questo terribile materiale, rifiutava l’erogazione dei danni.
Sono stati sette lunghi anni di battaglie, fino alle recenti sentenze del Tribunale di Pesaro che hanno soddisfatto le ragioni dei ricorrenti. “Si è trattato - dice ancora la Santini - di una vittoria piena e totale visto che l’INPS, di fronte a dati di fatto inconfutabili, non ha posto appello alle sentenze”.
“I nostri marinai - dice la Santini - hanno visto riliquidate le loro pensioni (210 mila euro in totale). Di certo non è restituito il bene più prezioso: l’integrità fisica, ma è resa giustizia con l’applicazione corretta di una norma dello Stato confusa e nebulosa”.
A conclusione della vicenda il presidente del Patronato Epasa Giorgio Aguzzi, ringrazia in particolare l’ex collega (ora in pensione), Mirti Betti “che non si è mai fermata di fronte a tante difficoltà, anche quando nessuno dava credito a questa vicenda”. Un ringraziamento Aguzzi lo rivolge anche va all’avvocato Luca Mascioli, “che si è battuto nelle aule del tribunale per una giusta applicazione della legge e che ha prodotto documenti e prove testimoniali”.
“È una grande vittoria anche per la CNA - dice il segretario provinciale, Camilla Fabbri - che come consuetudine ha messo a disposizione mezzi e risorse umane per un risultato primo nel suo genere nella nostra provincia”.