Marcelletti accusato anche di corruzione

Marcelletti accusato anche di corruzione

Arrestati due imprenditori presunti corruttori

Marcelletti, finito ai domiciliari, a maggio scorso, per una sfilza di reati contro la pubblica amministrazione e per detenzione e produzione di materiale pedopornografico. I magistrati di Palermo, che l'avevano accusato di truffa, peculato e concussione, ora gli contestano anche la corruzione.
Un reato, accertato attraverso intercettazioni e indagini tradizionali, commesso ai danni dell'azienda ospedaliera Civico per la quale Marcelletti ha lavorato, da primario del reparto di cardiochirurgia, fino alle dimissioni dello scorso novembre.
Nell'ultimo capitolo dell'inchiesta spuntano i nomi dei presunti corruttori: due imprenditori della sanità, la romana Claudia Leonardi, titolare della Emolife srl, che al Civico forniva il servizio di perfusione, e Giuseppe Castorina, proprietario della Med Line, ditta di forniture mediche. In diverse occasioni, in cambio di favori, avrebbero dato denaro e fatto regali a Marcelletti e a un suo collega, Adriano Cipriani. Accuse pesanti, costate il carcere a Castorina, i domiciliari a Cipriani e alla Leonardi, e all'Emolife l'interdizione per un anno a contrattare con la pubblica amministrazione.
Secondo gli inquirenti - l'indagine è stata condotta dalla sezione reati contro la pubblica amministrazione della Mobile e dalla Finanza -, nel 2006, Marcelletti avrebbe fatto vincere alla Leonardi la gara per la fornitura del servizio di perfusione al Civico e avrebbe attestato di avere ricevuto, dalla ditta, prestazioni in realtà mai fornite.
Le false fatturazioni avrebbero portato nelle casse della società oltre 400 mila euro. In cambio, l'imprenditrice avrebbe dato al medico denaro, avrebbe pagato l'affitto del residence palermitano in cui Marcelletti viveva e avrebbe sostenuto le spese del suo autista.
Simile la vicenda relativa all'altro imprenditore coinvolto. Anche in questo caso Marcelletti avrebbe finto di acquistare per il suo reparto macchinari - un ossimetro e una incubatrice - e forniture mediche. Secondo gli investigatori, però, le apparecchiature erano già in possesso dell'ospedale. Inoltre, il materiale sanitario venduto da Castorina sarebbe stato quantitativamente inferiore a quello attestato dal primario e pagato dall'azienda.
Il giro di false fatturazioni avrebbe causato all'ospedale un danno di oltre un milione di euro.
L'inchiesta, che ha alzato il velo sull'illecita gestione degli appalti nel reparto, potrebbe, però, avere altri sviluppi. Per tutto il giorno gli inquirenti hanno perquisito le sedi delle due ditte finite sotto inchiesta e hanno disposto il sequestro di immobili, contanti e quote societarie per oltre un milione e 400mila euro.