Cgil: la riforma Gelmini taglia 824 docenti nelle Marche
servizio e la qualità del sistema di istruzione». Lo dichiara, in una nota, il governatore della Regione Marche, Gian Mario Spacca. «In una regione come la nostra - prosegue la nota - contraddistinta dall’esistenza di piccoli centri, questa scelta risulta particolarmente pesante e punitiva, soprattutto per le aree interne. In un momento di difficoltà economica, decidere di risparmiare sull’istruzione è sicuramente un’operazione miope: bisognerebbe fare esattamente il contrario, investire e accompagnare attentamente la formazione dei nostri giovani.
Come Regione abbiamo già segnalato al Ministro le difficoltà che vengono a crearsi per la scuola pubblica marchigiana, invitandola anche a visitare la regione. Credo sia opportuno un momento di confronto all’interno del tavolo regionale per la scuola - conclude Spacca - perché tutte le componenti abbiano la possibilità di confrontarsi sulle ricadute del provvedimento».
Cgil: la riforma Gelmini taglia 824 docenti nelle Marche
La Gelmini "taglia 824 docenti nelle Marche. I posti in meno nelle nostre scuole a settembre saranno -249 nella scuola primaria, -319 nella scuola secondaria di primo grado -256 nella scuola secondaria di secondo grado". E' quanto sostiene Daniela Barbaresi, segretaria generale della Flc Cgil Marche. "I sindacati - dice - hanno ricevuto dal Miur sia le tabelle riassuntive dei tagli dei posti per il personale docente per il prossimo anno scolastico sia la bozza della circolare in materia. I dati sono pressoché definitivi e sono purtroppo pesantissimi per la scuola pubblica marchigiana. Questi sono gli effetti del taglio di 37.000 posti a livello nazionale".
"Se a questi - continua la Barbaresi - aggiungiamo gli ulteriori tagli che verranno definiti nei prossimi mesi sull'organico di fatto (5.000 posti a livello nazionale) e il taglio di 443 Ata (taglio del 17% dell'organico attuale), arriviamo a cifre insostenibili". Per questo, la Flc Cgil chiede "a tutti i parlamentari marchigiani, alla giunta e al consiglio regionale, alle Province e ai Comuni, all'Upi, Anci, Legautonomie, Uncem e a tutte le forze politiche di respingere questo pesante attacco alla nostra scuola pubblica". Il sindacato sollecita anche la convocazione del Tavolo regionale per la scuola "per affrontare la drammaticità del quadro generale".